11/09/10

Diminuire il guadagno delle mafie del narcotraffico? Si può.

Le dichiarazioni di Berlusconi in Russia sulla necessità di inasprire le sanzioni per il consumo individuale di sostanze stupefacenti, subito riprese dallo Czar della droga Giovanardi, partono dal presupposto che il consumo individuale ingrassa le mafie e il narcotraffico. Sarebbe ovvio controbattere che è il proibizionismo ad ingrassare il mercato clandestino, come già ampiamente dimostrato e come ormai sostengono personaggi di autorevolezza mondiale ben maggiore della mia. Se controbattere servisse.
Purtroppo il dialogo serve solo quando gli avversari sono in buona fede, e non è questo il caso.
Se, infatti, lo scopo fosse davvero minare il guadagno e lo strapotere delle mafie del narcotraffico, ci sarebbe una piccola riforma da introdurre, che risolverebbe non tutto, ma una parte del problema. Cioè equiparare la coltivazione domestica all'uso, e permettere, senza sanzioni penali, la coltivazione di quelle piante di canapa che bastino al fabbisogno dell'individuo.
Invece in Italia se si viene trovati in possesso di una cima di canapa avendola comprata dal mercato illegale si rischia una sanzione amministrativa; se la stessa cima viene detenuta per averla coltivata, si cade subito nel penale, con evidente aggravio delle conseguenze e soddisfazione dei mafiosi.
C'è una legge, depositata nel 2009 dai deputati radicali, che persegue questo obiettivo minimale, l'equiparazione della coltivazione per uso domestico al consumo personale.
Se Silvio Berlusconi e Carlo Giovanardi sono davvero in buona fede, la tirino fuori dal cassetto e la mettano in agenda.