27/03/11

MEGLIO SFIGATI CHE GIOVANARDI

Intervenendo ad Isernia, al Congresso “Dipendenze Patologiche: curare e guarire. Mito o presenza?”, il sottosegretario Carlo Giovanardi si è prodotto nella solita serie di esternazioni discutibili; prima fra tutte, “chi si droga commette un reato”, affermazione che disconosce il risultato di un referendum popolare che ha visto, nel 1993, l’abrogazione del primo comma dell’ allora vigente legge Iervolino - Vassalli, e che contraddice quanto più volte affermato dallo stesso Giovanardi (“ferma restando la distinzione netta tra sanzioni penali da applicare agli spacciatori e sanzioni amministrative da applicare ai consumatori”, settembre 2010) e dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, cioè che i consumatori non vengono perseguiti e perseguitati penalmente dalla cosiddetta legge Fini – Giovanardi, un D.P.R. nel quale sono state inserite delle modifiche alla Iervolino - Vassalli, reintroducendo, fra l’altro, l’equiparazione tra droghe pesanti e cosiddette droghe leggere.

“Dati alla mano, in Italia si registra un calo di consumi di alcol e droghe”, ha poi sottolineato il sottosegretario;  “i dati riferiti da Giovanardi sono stati due: la flessione del 25% a livello nazionale e del 50% a Milano”. I dati sul calo del consumo di droghe sono ottenuti con una metodologia a dir poco non ortodossa, contraddicono i risultati dei rapporti degli osservatori istituzionali del resto del mondo, e per quanto concerne l’alcool sono del tutto falsi, visto quanto ha affermato dallo stesso D.P.A. sul suo sito: “Alla diminuzione dei consumi di sostanze stupefacenti va in contro tendenza il consumo di alcol” (Relazione annuale al Parlamento 2010).

Ma dove vuole arrivare il nostro con questa contraddizione continua di se stesso? Che cosa chiede? E’ semplice: “un utilizzo oculato delle risorse che devono andare in direzione di Sert e Comunita' di recupero”, e “una serie di risposte che sia lo Stato sia il mondo del volontariato, delle Comunità di recupero, dei tanti centri di accoglienza, potranno offrire”. Soldi, quindi, da utilizzare oculatamente, come ha fatto finora: spot televisivi, proliferazione di siti web infrequentabili, balletti, studi pseudoscientifici, rilevazione di dati manipolati, finanziamenti a comunità religiose in odor di dannazione, come quella di Don Gelmini, ecc.ecc.

“Chi si fa una canna è uno sfigato”, ha detto, fra l’altro, il sottosegretario .

Bene, meglio sfigati, qualunque cosa voglia dire, che Fini – Giovanardi.

Claudia Sterzi

25/03/11

Caro Dipartimento Politiche Antidroga, ...


Ringraziamo il Dipartimento Politiche Antidroga per il comunicato, che ci legittima come interlocutori, e costituisce una ulteriore motivazione per rafforzare la nostra battaglia e la nostra iniziativa. 
Porto personalmente la responsabilità di aver affermato che i dati forniti dal DPA sono manipolati e falsificati, e ben volentieri lo circostanzio, limitandomi per sintesi a due esempi: uno riguarda il milione di assuntori in meno sbandierato come risultato dell’ ultima modifica alla legge sugli stupefacenti, la cosiddetta legge Fini Giovanardi. Dato del quale non si dice che deriva da un cambiamento dell’ istituto incaricato della rilevazione e della metodologia usata, rispetto all’ anno precedente; questo, di per sé, è fuorviante. L’altro dato, che la dice lunga sulla superficialità e il pressapochismo delle dichiarazioni rese ai cittadini, è quello che il sottosegretario Giovanardi ha millantato pochi giorni dopo l’approvazione del nuovo codice della strada, nel settembre 2010. In quella occasione si è citato una riduzione del 43% degli incidenti stradali, cifra che è in realtà riferita al periodo 2001 – 2009 e niente ha a che fare con il massiccio uso di drug test e con l’obbligo dello stesso drug test per chi consegue o rinnova la patente. Solo due esempi, che spero servano a chiarire quanto poco diffamante sia il termine “manipolati”.
Altro metodo di falsificazione viene usato sugli studi scientifici; grande rilievo non appena esce uno studio che dimostra alcune conseguenze negative dell’ uso di cannabis, nessuna diffusione per tutti gli altri che dimostrano il contrario. Non disponendo di personale, soldi pubblici e mezzi, a differenza del DPA, non sento la necessità di fare qui un elenco di evidenze scientifiche; la verità è palese a chiunque si occupi seriamente e senza pregiudizi dell’argomento, e fare terrorismo psicologico sui ragazzi serve solo a far sì che non si fidino delle informazioni che vengono loro date, e, magari, di conseguenza, possano sottovalutare anche la vera pericolosità di altre sostanze. Sul percorso cannabis – droghe pesanti, poi, veramente troppa letteratura è stata spesa; è un argomento ridicolo che non merita più confutazione.
Nessuna persona di buon senso affermerebbe che sia un bene abusare di cannabis in età adolescenziale, questa è una ovvietà. La conferenza stampa di martedì si è concentrata sul paradosso che prevede sanzioni penali per l’uso personale, se derivante da coltivazione domestica; l’uso personale è stato depenalizzato con referendum popolare, e incentivare il mercato nero della droga introducendo una aggravante per la coltivazione non è compatibile con nessuna legislazione e con nessun principio di diritto. Tirare in ballo i trattati internazionali non è pertinente, infatti in molti paesi le legislazioni prevedono la possibilità di coltivazione di un limitato numero di piante per il consumo personale, fatto che toglie alle mafie, in quei paesi, una buona percentuale di introiti. Non si tratta di autorizzare la coltivazione, più semplicemente di non sanzionarla penalmente, di non entrare nelle case alla ricerca di una pianta, e non di una sostanza, sul balcone.
 Claudia Sterzi, segretaria Associazione Radicale Antiproibizionisti

23/03/11

Confronto pubblico tra Ilaria Cucchi e Carlo Giovanardi

Mi è capitato, a fine di una lunga giornata, di trovarmi per avventura ad assistere al confronto pubblico tra Ilaria Cucchi e Carlo Giovanardi, autore di dichiarazioni discusse e discutibili sulla morte di Stefano Cucchi, nelle quali, sciacallando una morte orribile, ha voluto portare acqua al mulino della sua tesi ed affermare, in sintesi, che un tossicodipendente conduce una vita a rischio e quindi, se muore, si può almeno in parte dire che se la è voluta; cioè un tossicodipendente, per il solo fatto di esser tale, perde alcuni dei suoi diritti fondamentali alla integrità fisica e al rispetto della persona privata.
Più volte Giovanardi si è richiamato al dolore delle famiglie, e ai 500 morti che l'eroina, ha detto, produce in Italia ogni anno; c'è da dire che con Giovanardi bisogna stare attenti coi numeri, perchè, diciamo, li usa in modo tutto suo, proprio come se la matematica fosse una opinione. In questo caso, in effetti, i morti di eroina per anno, in Italia, si sono stabilizzati dal 2002 su circa 500.
Palesemente, però, Stefano Cucchi non è morto di overdose da eroina, ma di altro, e il fatto che l'avesse consumata, o perfino spacciata, non giustifica l'ingiustizia della quale è stato vittima; né fa bene il Sottosegretario ad usare la sua morte e le sue foto per fare del terrorismo ed affermare in televisione, nel pieno del suo ruolo - state attenti, ragazzi, chi si droga finisce così. Ci si augura che non parli di canapa, perchè mai essere umano si ridusse consunto per la canapa, ma di droghe quali ad esempio l'eroina.
I tossicodipendenti conclamati ed inguaribili di eroina vanno incontro ad una morte prematura, questo è vero, ma per la consunzione fisica che deriva dall' abuso prolungato; molte delle morti cosiddette da eroina, come le morti per overdose, per tagli e adulterazioni letali, per risse ed omicidi legati a merce non pagata, o, come nel caso di Cucchi, per morte naturale penitenziaria, sono dovute, più che all'eroina, alle politiche antidroga che Giovanardi sostiene, come le sosteneva Arlacchi, come da decenni ci propinano gli zar proibizionisti riempiendo di dollari, euri, valute asiatiche e di tutto il globo le tasche del narcotraffico, delle mafie, del terrorismo, della corruzione ecc.ecc.
La Svizzera è una nazione che, unica nella perseveranza dell'esperimento, ha sostenuto politiche diverse fino dal 1993; trovandosi così bene, rispetto al resto del mondo, che nel 2008 la popolazione ha decretato la continuazione, con referendum popolare, dopo 15 anni, del metodo della somministrazione controllata di eroina.
Il Portogallo, dopo 10 anni di depenalizzazione dell'uso personale di eroina, che viene trattato da una civile, e non penale, équipe di medici e psicologi, ha visto una netta riduzione delle morti correlate.
Quando Giovanardi parla del dolore delle famiglie, e lo urla scompostamente cercando di contrapporre 500 morti ad un morto solo, come se Stefano fosse dovuto morire per dar la vita a quei 500, mentre è la stessa logica errata quella che fa morire l'uno e gli altri, come se andare in televisione a fare questo genere di figure servisse davvero a mettere in guardia i giovani contro i pericoli dell'abuso e della dipendenza da eroina, come se i giovani non sapessero benissimo di che cosa è morto Cucchi, e perchè e come, mostra tutta la debolezza della sua falsificazione, falsa nelle premesse, falsa nelle conclusioni, falsa nel dolore e nella morte.

22/03/11

Carcere per coltivazione personale, basta.

Si è tenuta oggi, 22 marzo 2011, presso la Camera dei Deputati, la conferenza stampa dal titolo: "Non siamo criminali" - Regolamentazione della coltivazione domestica di canapa".
In Italia, al momento presente, se si viene trovati con della marijuana per uso personale, comprata in piazza da qualche piccolo spacciatore, si subisce ( in teoria, perchè poi nei fatti può andare peggio, a seconda della discrezione e dell'arbitrio del poliziotto o carabiniere di turno ) "soltanto" delle sanzioni amministrative, che vanno dal ritiro della patente e passaporto all'obbligo di frequenza dei Sert per analisi; se la stessa marijuana invece di essersela comprata in piazza, alimentando così un mercato mafioso e clandestino, si è coltivata in casa propria, si è passibili di arresto immediato e processo, anche per una sola pianta. E' questa una delle numerose assurdità della legge Fini Giovanardi, che ha reintrodotto l'equiparazione tra droghe pesanti e cosiddette droghe leggere. Così accade che ragazzini di 16 anni, trovati con piccole quantità di canapa autocoltivata si ritrovino in carcere, stigmatizzati a vita come pericoli sociali e come tossicodipendenti; così accade che persone adulte, che conducono vite familiari e lavorative più che normali abbiano la vita rovinata da processi, spese per avvocati, patenti ritirate ecc.
La canapa è tra le sostanze meno tossiche al mondo, non induce dipendenza né si conoscono casi di intossicazione grave, nonostante la disinformazione che l' On.Giovanardi, sottosegretario con delega alle droghe, sta dolosamente diffondendo. 
Su queste considerazioni è nata l' ASCIA, associazione per la sensibilizzazione sulla canapa autoprodotta in Italia, che lega insieme associazioni e cittadini di diverse idee politiche, uniti insieme dall'obiettivo comune di ottenere, almeno e come punto di partenza, una equiparazione della coltivazione domestica all'uso personale; una proposta di legge in tal senso è stata depositata dall' On. Rita Bernardini, deputata radicale.
Alla conferenza stampa sono intervenuti la stessa On. Rita Bernardini, Giancarlo Cecconi, segretario dell' ASCIA, Claudia Sterzi, segretaria dell' Associazione Radicale Antiproibizionisti e Giuseppe Nicosia, autore del libro "Leone bianco leone nero - La legge non è uguale per tutti". Ha portato i suoi saluti Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani.
Sono stati presentati alcuni documenti, trai quali un "Bollettino di guerra", che certifica le migliaia di arresti, in tutta Italia, di consumatori e coltivatori di canapa, e "Non siamo criminali", una raccolta di testimonianze arrivate al sito www.legalizziamolacanapa.org.

15/03/11

Lettera agli iscritti




A tutti voi, gentili iscritti, che dalla fondazione ( 4 maggio 2008 ), ad oggi, avete contribuito alla vita dell' @.r.a. ( Associazione Radicale Antiproibizionisti ), grazie.


Come segretaria vi comunico la convocazione dell' Assemblea Generale dell' @.r.a. per l'11 giugno 2011, a Roma, dalle 10 alle 19.

L' Assemblea si svolgerà all' interno di tre giornate antiproibizioniste, dal 10 al 12 giugno, organizzate sullo specifico tema della libera coltivazione della canapa. Qui sotto un primo programma.

Segue, nei prossimi giorni, e comunque almeno 15 giorni prima dell' Assemblea, la mia relazione iniziale, scritta, sulle attività e sulle iniziative dell'Associazione, in questi tre anni.

Claudia Sterzi, segretaria dell' @.r.a.


STATI GENERALI DELLA CANAPA


L’@.r.a., con l' ASCIA (Associazione per la Sensibilizzazione della Canapa in Italia Autoprodotta), Radicali Italiani, e altri, presenta gli 


Stati Generali della Canapa, tre giornate antiproibizioniste a Roma il 10, 11 e 12 giugno 2011.


Le tre giornate comprenderanno: dibattiti e tavole rotonde, spettacoli teatrali, proiezione di cortometraggi, mostra fotografica, premiazione di concorso fotografico, letterario e di cortometraggio, letture pubbliche, mostra di prodotti della canapa, concerto.


Molte parole sono state spese per descrivere il prezzo che il mondo ha pagato alle strategie proibizioniste; la legalizzazione dell’uso e della coltivazione della canapa è il primo passo, riconosciuto da autorevoli scienziati e vertici politici, per uscire una spirale di violenza, guerre e malavita, sofferenze umane, danni economici, costi
sociali e una generale involuzione culturale di sapore fascista e mafioso.


L’Italia, che è stata fino agli anni ’50 il secondo produttore di canapa nel mondo, oggi subisce una delle peggiori legislazioni sul tema, mentre potrebbe trarre dalla legalizzazione della coltivazione di canapa innegabili vantaggi, economici ed ambientali, prendendo parte anche alle iniziative che molti paesi, in tutto il mondo, stanno promuovendo per la revisione delle convenzioni ONU sulla coltivazione personale.


Essendo convinti della potenzialità dell’ arte, nelle sue varie forme, di creare libertà di pensiero, dibattito critico e un risveglio della coscienza, abbiamo deciso di far incontrare arte e politica nel tentativo di mettere in moto iniziative concrete ed efficaci.