25/08/12

Global Commission / Rapporto 2012 / pag. 5

RIASSUNTO DELLE RACCOMANDAZIONI DI QUESTO RAPPORTO  


Le seguenti iniziative devono essere assunte dai dirigenti nazionali e dal Segretario Generale dell’ONU, così come dall’ Ufficio delle Nazioni Unite contro le droghe e il crimine, dall’UNAIDS e dalla Commissione sui Narcotici.
 
1. Riconoscere e affrontare le relazioni causali fra la guerra alle droghe e la propagazione dell’ HIV/AIDS, la violenza del mercato delle droghe e altri danni sociali e sanitari (per esempio, l’epatite C)
 
2. Prendere atto che le condotte a rischio di contagio di HIV, risultanti sia dalle politiche repressive di controllo sulle droghe, che dalla mancanza di finanziamenti di strategie basate sull’ evidenza, sono la principale causa della diffusione dell’epidemia di HIV in molte regioni del mondo.
 
3. Fare pressione sui governi nazionali affinché mettano fine alle pratiche di detenzione e incarcerazione delle persone che fanno uso di droghe senza causare danni a terzi.
 
4. Sostituire gli strumenti, inefficaci, centrati sulla criminalizzazione e la punizione dei consumatori di droghe, con interventi basati sull’ evidenza che riaffermino i diritti e che riducano in maniera significativa e comprovata le conseguenze negative, per gli individui e per le comunità, dell’ uso di droghe.
 
5. I paesi che sottoutilizzano sperimentati strumenti di salute pubblica devono aumentare immediatamente l’ implementazione delle strategie basate sull’ evidenza, che riducano i contagi da HIV e che proteggano la salute dei consumatori di droghe, inclusa la distribuzione di siringhe sterili e gli altri programmi di sicurezza dell’ iniezione. Non servirsi di tali strumenti è un crimine.
6. I settori pubblico e privato devono investire in una serie di opzioni basate sull’ evidenza, e di facile accesso, per il trattamento e la cura della dipendenza dalle droghe, compresa la somministrazione e il trattamento assistito con eroina. Queste strategie diminuiscono la morbilità e la mortalità; inoltre, riducendo la domanda globale di droghe, limitano la dimensione, e le dannose conseguenze, del mercato delle droghe.
7. Tutte le autorità, dal livello municipale a quello interregionale, devono riconoscere il chiaro fallimento della guerra alle droghe nella riduzione significativa dell’ offerta, e, nel farlo, devono abbandonare i metodi repressivi convenzionali  valutati attraverso “risultati” (per esempio arresti, sequestri, condanne) che non si traducano in conseguenze positive per la società.
8. Valutare i risultati delle politiche sulle droghe attraverso indicatori che abbiano un significato reale nella società, come la riduzione del tasso di contagio da HIV e di altre malattie infettive (come l'epatite C, per esempio), la diminuzione dei morti per overdose, della violenza correlata al mercato delle droghe, del numero dei carcerati e dell'uso problematico di sostanze.
9. Convocare gli organismi di sanità pubblica nelle Nazioni Unite per trovare risposte al consumo di droghe e ai danni relativi, e per promuovere risposte basate sull' evidenza. Altri organismi, compreso il Comitato Internazionale di Controllo dei Narcotici, devono sottoporsi ad una revisione esterna per garantire che le politiche promosse non contrastino con la sicurezza e con la salute sociali.
10. Agire con urgenza: la guerra alle droghe ha fallito, e milioni di nuovi contagi da HIV e di morti per AIDS si possono evitare, se si prendono immediati provvedimenti.


(Le raccomandazioni del rapporto della Commissione Globale delle politiche sulle droghe del 2011, “Guerra alle droghe”, sono riassunte nella controcopertina del presente report)

21/08/12

GLOBAL COMMISSION / Rapporto 2012 Sintesi


Manifestanti davanti all' Ambasciata russa di Londra chiedono la introduzione delle  terapie di somministrazione di oppiacei e l' incremento dei programmi di acesso alle siringhe


Foto: Red Internacional de
Personas que Usan Drogas
.inpud.net


LA GUERRA ALLE DROGHE E L’HIV/AIDS: Come la guerra alle droghe aiuti a diffondere la pandemia mondiale

SINTESI
La guerra globale contro le droghe sta facendo crescere la pandemia di HIV/AIDS fra i consumatori di droghe e i loro partner sessuali. In tutto il mondo, ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato come le strategie repressive legate all’applicazione delle leggi antidroga allontanino i consumatori di droghe dai servizi di sanità pubblica e li obblighino a restare in ambienti clandestini, dove il rischio di contrarre l’HIV aumenta notevolmente.  Anche l’incarcerazione massiccia di persone, per delitti non di violenza, connessi all’uso di droghe, gioca un ruolo importante nell’aumento del rischio di contagio con HIV. Questo fattore è un punto critico per quel che riguarda la salute pubblica in molti paesi, compresi gli Stati Uniti, dove si stima che circa il 25% degli statunitensi contagiati dal virus HIV transitino annualmente nel sistema penitenziario, e dove gli alti tassi di incarcerazione si trovano tra le principali cause esplicative del grande aumento della diffusione di HIV fra gli afroamericani.
E’ stato dimostrato che anche le strategie aggressive del rigore, utilizzate dalle istituzioni responsabili della applicazione delle leggi rivolte ai consumatori di droghe, hanno creato delle barriere alla cura dell’ HIV. Le conseguenze sulla salute pubblica delle interruzioni delle terapie contro l’ HIV, causate dalla applicazione delle strategie repressive anti—droghe, non sono state sufficientemente riconosciute come un grosso ostacolo agli sforzi per il controllo della pandemia globale di HIV/AIDS,  nonostante l’evidenza dimostri che la cura dell’ infezione da HIV riduce considerevolmente il rischio che le persone contagiate lo trasmettano.
La guerra contro le droghe ha provocato una distorsione delle politiche pubbliche grazie alla quale si sono minimizzate o ignorate la cura delle dipendenze e le misure di salute pubblica basate sull’evidenza. Sebbene si tratti di un problema comune a livello internazionale, un certo numero di paesi, incluso Stati Uniti, Russia e Tailandia, trascurano l’evidenza scientifica e le raccomandazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità e oppongono resistenza all’ applicazione dei programmi di prevenzione dell’ HIV basati su tale evidenza, con conseguenze devastanti. Per esempio, in Russia, un adulto su cento,  attualmente, ha contratto l’ HIV.
Al contrario, i paesi che hanno adottato terapie per le dipendenze basate sull’evidenza e misure di sanità pubblica hanno dimostrato che l’ epidemia di HIV tra i consumatori di droghe – così come i tassi di uso di droghe iniettabili, sono diminuiti in modo notevole. Per giungere a questa conquista esistono orientamenti chiari e consolidati; gli strumenti della prevenzione dell’ HIV sono stati sottoutilizzati, mentre si ritardava il cambiamento delle dannose politiche di guerra alle droghe.
La causa potrebbe essere nella erronea supposizione che i sequestri di droghe, gli arresti, le condanne penali, e gli altri indici comunemente usati per valutare i “risultati” della applicazione delle leggi sulle droghe, siano stati efficaci, in generale, nella riduzione della disponibilità di droghe illegali. Invece, i dati dell’ ONU dimostrano che la fornitura mondiale di oppiacei illeciti, come l’eroina, è aumentata di più del 380% negli ultimi decenni, passando da 1000 tonnellate nel 1980 a più di 4800 tonnellate nel 2010. Questo aumento è coinciso con la diminuzione del 79% del prezzo dell’ eroina in Europa fra il 1990 e il 2009.
Altre prove evidenti del fallimento della guerra alle droghe nel controllo dell’offerta delle sostanze illegali si trovano esaminando i dati del controllo sulle droghe degli Stati Uniti. Per esempio, nonostante ci fisse stato un aumento di più del 600% nel budget federale antidroga degli Stati Uniti dall’inizio del decennio degli anni ’80, nello stesso periodo il prezzo dell’eroina è diminuito dell’80% e la purezza dell’eroina è aumentata di più del 900%. Un modello simile di riduzione del prezzo e aumento della purezza delle droghe si può osservare nei dati del sistema di controllo delle droghe americano per altre droghe comunemente utilizzate, incluse cocaina e cannabis.
Come era successo con la proibizione dell’alcool negli Stati Uniti nel decennio 1920/1930, attualmente la proibizione mondiale sulle droghe fomenta la violenza del mercato delle droghe in tutto il mondo. Per esempio, si stima che, dal 2006, più di 50000 persone sono morte in conseguenza alle azioni militari delle forze di governo messicane contro i cartelli del narcotraffico. Mentre i partigiani delle strategie repressive antidroga potrebbero opporre che un tale spargimento di sangue debba diminuire la capacità del mercato di droga di produrre e distribuire droghe illegali, stime recenti suggeriscono che la produzione di eroina messicana è aumentata di più del 304% dal 2004.
Mentre cresce l’epidemia di HIV nelle regioni e nei paesi , spinta principalmente dall’uso di droghe iniettabili, e con prove recenti che dimostrano come le infezioni relative all’ uso di droghe iniettabili stiano aumentando in altre regioni, inclusa l’Africa subsahariana, si deve affermare che il momento di prendere la guida è ora. Per sfortuna gli organismi di salute pubblica nazionali e delle Nazioni Unite sono stati ignorati. Mentre la guerra alle droghe continua, incrementando l’epidemia di HIV in molte regioni, diverse istituzioni di sicurezza pubblica e agenzie dell’ONU continuano rivendicando attivamente un’azione aggressiva di politiche antidroga a scapito della salute pubblica. Una qualsiasi prudente valutazione degli impatti della guerra alle droghe concluderebbe che molte organizzazioni nazionali e internazionali responsabili della riduzione del problema delle droghe, hanno in realtà contribuito ad un deterioramento della salute e della sicurezza della comunità. Questo deve cambiare.

18/08/12

Un dialogo tra sordi

Il dibattito pubblico sulle droghe illegali sembra prendere il via, dopo false partenze e seppellimenti. Per ora, però, non si vede lume.
La criminalità organizzata vive e prospera con il proibizionismo, dicono i radicali, Roberto Saviano, Vasco Rossi, procuratori, magistrati, e via via;
La criminalità organizzata vive e prospera con i soldi dei consumatori, rispondono in coro Giovanardi Serpelloni, onorevoli e pretonzoli (e mafiosi).
E' un fatto di libertà, di diritto ai comportamenti privati, di sacrosanta liceità di fare i fatti propri in casa propria senza danneggiare nessuno, aggiungono i radicali, ecc.ecc.
Ah sì? E voi vorreste vendere la droga davanti agli asili? rispondono i 4 + 4 del DPA.
Si tratta di legalizzare, non di liberalizzare, insistono i radicali, ecc.ecc.
Incoscienti, libertini, sventati, pregheremo per voi. Amen, replicano i proibizionisti del gruppo Lepanto.
Se si parla di iniziare a tentare strategie diverse, cominciando con piccoli semplici passi come la depenalizzazione della coltivazione della canapa per uso domestico, si viene redarguiti sui terribili danni cerebrali che la "canapa d'oggi", cioè il prodotto senza alcun controllo, affidato nelle mani di persone che scrupoli non se ne fanno, produce negli adolescenti.
E' ovvio che se un ragazzo di 14 anni si finisce dalle canne di white widow bene non gli fa; non importa che consumi per essere uno psicotico, lo è già. Ma gli studi sugli effetti che la cannabis ha sul cervello degli adolescenti, e dei topi adolescenti (sic), sono il pezzo forte di Serpelloni.
La libertà costa cara, ha detto oggi Vasco Rossi in uno dei suoi clippini.
Sì, molto cara, ma ne vale sempre la pena.
Il nemico che, come antiproibizionisti, abbiamo di fronte però non va sottovalutato; un impero che fattura più di ogni altro, insieme ai suoi mercati paralleli di armi e di esseri umani. Un impero che si basa sull' equilibrio tra proibizione e prezzi, che prospera nell'illegalità totale, tra corruzione, violenza, crudeltà di ogni genere.
Il contrario della parola libertà, in effetti, è la parola proibizione.
Viva la libertà.