25/06/11

Commissione Globale per le politiche sulle droghe / I primi due principi

Commissione Globale per le politiche sulle droghe, giugno 2011 - Report - pagg. 7/9 ( I primi due principi )

PRINCIPI


1. Le politiche sulla droga devono essere basate su solide evidenze, empiriche e scientifiche. La prima misura del successo deve essere la riduzione del danno alla salute, alla sicurezza e al benessere degli individui e della società.

Nei 50 anni da quando le Nazioni Unite hanno dato inizio ad un sistema davvero globale di proibizione delle droghe, abbiamo imparato molto sulla natura e sui modelli della produzione, distribuzione, dipendenza e uso di droga, e sull’efficacia dei nostri tentativi per limitare tale problema. Per quanto possa essere comprensibile che gli architetti di tale sistema credessero nel concetto di eradicazione dell’uso e della produzione di droga ( alla luce delle limitate esperienze accumulate allora ), non esistono in ogni caso scuse per poter ignorare l’evidenza e l’esperienza accumulate fino ad ora. Le politiche e le strategie sulla droga, a tutti i livelli, continuano troppo spesso ad essere guidate da prospettive ideologiche, o convenienze politiche, e prestano troppo poca attenzione alla complessità del mercato della droga, dell’uso di droga e della dipendenza da droga.

Politiche efficaci richiedono una articolazione chiara degli obiettivi politici. La Convenzione Unica ONU del 1961 su droga e narcotici stabilì chiaramente come l’obiettivo ultimo del sistema fosse il miglioramento della “salute e benessere dell’ umanità”.

Questo ci ricorda che le politiche sulla droga inizialmente furono sviluppate e messe in atto nella speranza di raggiungere risultati in termini di riduzione dei danni agli individui e alla società – minori crimini, migliore salute, e maggior sviluppo economico e sociale. Invece, abbiamo in primo luogo misurato il nostro successo nella guerra alle droghe con misure del tutto differenti – quelle relative ai processi, come il numero di arresti, le quantità sequestrate, o la durezza delle pene. Questi indicatori possono dirci quanto siamo stati duri, ma non possono dirci quanto successo abbiamo avuto nel miglioramento della “salute e benessere dell’ umanità”.

2. Le politiche sulle droghe devono basarsi sui principi dei diritti umani e della salute pubblica. Dobbiamo porre un termine alla stigmatizzazione e alla emarginazione delle persone che usano certe droghe e di quelli che restano coinvolti nei livelli più bassi della coltivazione, della produzione e della distribuzione, e trattare le persone tossicodipendenti come pazienti, non come criminali.

Alcuni Principi fondamentali sono alla base di tutti gli aspetti della politica nazionale e internazionale. Sono consacrati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e in molti trattati internazionali che sono seguiti. Di particolare rilevanza per la politica sulle droghe sono il diritto alla vita, alla salute, ad un giusto processo e ad un giusto giudizio, a restare libero da tortura o trattamento crudele, inumano o degradante, di schiavitù e di discriminazione. Questi diritti sono inalienabili, e l’obbligo nei loro confronti è prioritario sugli altri accordi internazionali, incluse le convenzioni sul controllo delle droghe. Come ha dichiarato l’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navanethem Pillay: “Le persone che fanno uso di droga non perdono per questo i loro diritti umani. Con elevata frequenza, i consumatori di droga soffrono di discriminazione, sono forzati ad accettare trattamenti, vengono emarginati e spesso danneggiati dagli approcci che accentuano la criminalizzazione e la punizione minimizzando la riduzione del danno e il rispetto per i diritti umani”.

Alcune misure di salute pubblica ben sperimentate e comprovate (generalmente definite riduzione del danno, una strategia che include l’accesso alle siringhe e i trattamenti con i farmaci, sperimentati, metadone o buprenorfina ) possono limitare il rischio di morte per overdose e la trasmissione di HIV e di altre infezioni trasmissibili col sangue.

In ogni caso, i governi spesso non implementano pienamente questi interventi, preoccupati che il miglioramento della salute dei consumatori di droghe sia valutato come un messaggio troppo tollerante sulle droghe. Questo è illogico – il sacrificio della salute e del benessere di un gruppo di cittadini quando sono disponibili misure efficaci di protezione della salute è inaccettabile, e aumenta i rischi per l’intera comunità.



PRINCIPI ( seguito )

IMPATTO DELLE POLITICHE SULLA DROGA NELLA PREVALENZA RECENTE DI HIV IN CONSUMATORI DI DROGHE PER INIEZIONE

Paesi che hanno implementato in modo consistente strategie comprendenti la riduzione del danno:

Regno Unito – 2,3 %



Svizzera – 1.4 %

Germania – 2.9 %

Australia – 1.5 %

Percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di droga per iniezione.



Paesi che hanno introdotto strategie di riduzione del danno parziali, o dopo un incremento epidemico:



Stati Uniti – 15.57 %



Portogallo – 15.06 %



Malesia – 10.3 %



Francia – 12.2 %



Percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di droga per iniezione.



Paesi che si sono opposti con forza a una implementazione in larga scala delle strategie di riduzione del danno, nonostante la presenza di droghe iniettabili e di uso collettivo di siringhe:



Tailandia – 42.5 %



Russia – 37.15 %



Percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di droga per iniezione.



Quei paesi che hanno attuato precocemente politiche di riduzione del danno e di salute pubblica hanno sperimentato tassi concretamente più bassi di trasmissione di HIV fra popolazione di consumatori di droghe per iniezione. Similmente, quei paesi che hanno risposto all’aumento della prevalenza di HIV fra i consumatori di droga introducendo programmi di riduzione del danno hanno ottenuto risultati positivi nel contenimento e nell’inversione del precedente tasso di HIV. Dall’ altra parte, molti paesi che hanno fatto affidamento sulla repressione e sulla dissuasione come risposta ai crescenti tassi di trasmissione di HIV in relazione alle droghe stanno sopportando i tassi più alti HIV nella popolazione dei consumatori di droga.

Un approccio indiscriminato al “traffico di droga” è ugualmente problematico. Molte persone che prendono parte al mercato della droga sono esse stesse vittime di violenza e di intimidazioni, o sono tossicodipendenti. Un esempio di questo fenomeno sono i piccoli spacciatori che si prendono i ruoli più visibili e rischiosi nella catena della fornitura e della distribuzione. A differenza di quelli appartenenti alle organizzazioni del narcotraffico, queste persone in genere non hanno una storia di criminalità continua e violenta, e qualcuno si impiega nel traffico di droga principalmente per avere i soldi per la propria tossicodipendenza. Non possiamo considerare coloro che sono arrestati per traffico tutti ugualmente colpevoli – molti sono obbligati a quelle azioni, o sono guidati a estremi rimedi alla loro dipendenza o situazione economica. Non è opportuno punire questi individui allo stesso modo come se fossero membri dei gruppi violenti criminali organizzati che controllano il mercato.

Infine, molti paesi ancora reagiscono alle persone dipendenti da droghe con la punizione e la stigmatizzazione. In effetti, la dipendenza da droga è una complessa affezione di salute con una molteplicità di cause – sociali, psicologiche e fisiche ( comprese, per esempio, condizioni dure di vita, o una storia di trauma personale o problemi emozionali ). Cercare di trattare questa complessa malattia con le punizioni è inefficace – possono essere raggiunti successi molto migliori provvedendo ad una varietà di servizi per terapie basate sull’ evidenza. I paesi che hanno trattato i cittadini tossicodipendenti come pazienti bisognosi di una cura, invece che come delinquenti meritevoli di castigo, hanno ottenuto risultati estremamente positivi nella riduzione del crimine, nel miglioramento della salute e nel superamento delle dipendenze.



PAZIENTI E NON CRIMINALI: UN APPROCCIO PIU’ UMANO ED EFFICACE



Studio di caso numero uno: Svizzera



In risposta agli evidenti e gravi problemi di droga che si erano sviluppati nel paese negli anni ’80, la Svizzera attuò una nuova scelta di politiche e di programmi ( compresi programmi di somministrazione di eroina ), basati sulla salute pubblica invece che sulla criminalizzazione. La effettiva implementazione di tale politica ha condotto ad una drastica riduzione del numero dei tossicodipendenti da eroina così come altri vari benefici. Uno studio chiave concludeva così: “ La somministrazione di eroina ha agito sui consumatori problematici recidivi ( consumatori pesanti ) – stimati in 3000 tossicodipendenti, che rappresentano tra il 10 e il 15 % dei consumatori di eroina in Svizzera e possono costituire dal 30 al 60 % della domanda di eroina nel mercato illegale. Pesantemente compromessi sia nel traffico di droghe che in altre forme di reati, funzionavano anche come legame tra grossisti e consumatori. Quando questo gruppo di consumatori ha trovato una soluzione costante e legale per la propria dipendenza, si è ridotto il loro uso illecito di droga così come il loro bisogno di trafficare in eroina o impegnarsi in altre attività criminali.



Il programma di somministrazione di eroina ha avuto tre effetti sul mercato delle droghe:

1- Ha sostanzialmente ridotto l’uso dei consumatori più pesanti, e questa riduzione nella domanda ha influenzato i flussi di mercato. ( Per esempio, il numero dei nuovi tossicodipendenti registrato in Zurigo nel 1990 era 850. Nel 2005, il numero era sceso a 150 ).

2- Ha ridotto il livello della criminalità correlata al mercato ( per esempio, si è avuta una riduzione del 90 % dei delitti contro la proprietà commessi dai partecipanti al programma ).

3- Mancando i tossicodipendenti e gli spacciatori locali, i consumatori occasionali svizzeri hanno difficoltà a contattare i venditori.



Studio di caso numero due: Regno Unito



Le ricerche eseguite nel Regno Unito sugli effetti delle politiche reindirizzate dall’ incarcerazione ai programmi di trattamento hanno dimostrato chiaramente una riduzione della criminalità a seguito degli interventi. Oltre alle interviste, i ricercatori hanno tenuto conto in questo caso anche dei dati del registro della Polizia criminale. La ricerca mostra che il numero dei procedimenti a carico di 1476 consumatori di droghe, dagli anni precedenti all’ ingresso nel trattamento, agli anni successivi, si è ridotto del 48 %.



Studio di caso numero tre: Paesi Bassi



Di tutti i 15 paesi dell’ Unione europea, la percentuale delle persone che si iniettano eroina nei Paesi Bassi è la più bassa e non c’è alcun nuovo ingresso di consumatori problematici. L’ eroina ha perso la sua attrattiva per la maggior parte della gioventù ed è considerata come una “droga del non ritorno”. Il numero di consumatori problematici di eroina è diminuito significativamente e l’età media dei consumatori è considerevolmente aumentata. I servizi su larga scala di trattamento di bassa soglia e di riduzione del danno comprendono lo scambio di siringhe e la prescrizione di metadone e di eroina sotto strette condizioni.

Nei Paesi Bassi si è constatato come l’eroina prescritta dal medico riduca i crimini minori e i problemi di ordine pubblico, ed abbia effetti positivi sulla salute delle persone che combattono con la tossicodipendenza. Nel 2001, il numero stimato di persone dipendenti da eroina nei Paesi Bassi era 28.000 / 30.000. Nel 2008, il numero era disceso a 18.000. La popolazione olandese di consumatori di oppiacei è in corso di invecchiamento – è diminuita anche la proporzione di consumatori di oppiacei giovani ( tra i 15 e i 29 anni ) che ricevono trattamenti per tossicodipendenza.

20/06/11

La cannabis che cura

LA CANNABIS CHE CURA
Confronto e discussione sulle due proposte di legge n. 58 e n. 72 presentate in Consiglio Regionale Toscano

sull’uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi

Giovedì 23 giugno 2011

ore 15:30

Sala Gigli – Consiglio Regionale Toscano

Via Cavour n. 4 - Firenze

Presentazione e Discussione con:

Introduce:

Monica Sgherri

Presidente Regionale Federazione della Sinistra-Verdi

Interverranno:

Lucia Matergi

Consigliere Regionale Partito Democratico, membro IV Commissione Consiliare

Pieraldo Ciucchi

Consigliere Regionale Partito Socialista-Gruppo Misto, membro IV Commissione Consiliare

Alberto Sciolari, Alessandra Viazzi

Associazione Pazienti Impazienti Cannabis

M.J. Van de Velde*

Bureau Voor Medicinal Cannabis (BMC), Ministero della Sanità, Olanda

Arno Hazekamp PhD, Leiden University, Olanda

Board member, comitato scientifico della International Association for Cannabinoid Medicine

Sen. Donatella Poretti Radicali-Pd, segretario XII commissione Igiene e Sanita'

Nunzio Santalucia Medico Tossicologo, Pisa

Paolo Marini, Mauro Romanelli

Consiglio Regionale, Federazione della Sinistra-Verdi

Loredano Giorni

Dirigente, Responsabile Settore Politiche del Farmaco Regione Toscana

Andrea Trisciuoglio, Valentina Piattelli Associazione Luca Coscioni

rappresentante SIFAP* Società Italiana Farmacisti preparatori

Giampaolo Grassi

Comitato scientifico, Associazione Cannabis Terapeutica

Videoconferenza con:

Lester Grinspoon

Psichiatra, prof. emerito Harvard Medical School, U.S.A.

( tra i massimi esperti mondiali nella cura con cannabis)

Farmaci a base di cannabis in Toscana:

Giovedì 23 giugno, ore 15,30 a Firenze, Sala Gigli

Consiglio Regionale Toscano, Via Cavour n. 4

si terrà un dibattito-confronto fra i diversi approcci alla base delle due distinte proposte di legge depositate in consiglio regionale che stanno per giungere al vaglio della commissione salute, che dovrà procedere alla valutazione delle stesse e alla stesura di un testo da proporre al Consiglio Regionale, per l'approvazione finale, prevista entro l'estate.

La PdL 58, presentata dal Gruppo PD, primo firmatario Consigliere Enzo Brogi, a cui si sono aggiunte le firme di alcuni Consiglieri dell’Italia dei Valori, intende garantire l'accesso alla terapia con farmaci cannabinoidi ai malati nella fase terminale della vita, limitandone gli usi agli ambiti della terapia del dolore e delle cure palliative. La PdL 72 è stata presentata dal Gruppo Federazione della Sinistra e Socialista, prima firmataria la Presidente Monica Sgherri, ed elaborata in collaborazione con le associazioni di pazienti e medici, nel pieno rispetto delle attuali norme nazionali che già consentono l'accesso a tale tipo di cura a discrezione di ogni singolo medico. Senza discriminazioni verso malati di tutte le patologie, non necessariamente terminali, ne' legate alla terapia del dolore, fra cui ricordiamo epilessia, glaucoma, asma bronchiale, varie patologie neurologiche (sindrome de la Tourette, Parkinson, Alzheimer,...) per le quali la cannabis ha spesso notevoli benefici, in alcuni casi sostituendo completamente i farmaci tradizionali, in altri permettendo di ridurne il dosaggio o di mitigarne gli effetti collaterali.

In relazione all'importanza che assumerebbe qualunque testo finale venisse prodotto dalla commissione, a partire dai due testi depositati, non solo per i pazienti toscani, ma anche a livello nazionale perché potrebbe essere la prima Regione in Italia a dotarsi di una Legge in proposito (finora in altre regioni sono state approvate solo delibere di giunta) e quindi diventare un possibile precedente per altre regioni, saranno presenti, oltre ai consiglieri sostenitori delle due diverse proposte di legge, ai rappresentanti di uffici e dipartimenti sanitari regionali interessati e alle associazioni di medici e pazienti, anche membri dell'Ufficio per la Cannabis Medicinale del Ministero Olandese, nonché collegato in videoconferenza l'emerito Professore ad Harvard Lester Grinspoon, tra i massimi esperti mondiali sull'argomento, autore di numerosi testi sulla Cannabis terapeutica.

Siete tutti invitati a partecipare e diffondere.

Gruppo Consiliare Regionale FdS-Verdi

Pazienti Impazienti Cannabis

Associazione Cannabis Terapeutica

Associazione Luca Coscioni

19/06/11

Commissione Globale e Forum Droghe.

C’è un parallelo fra i dati, forniti dall’ ONU, che aprono la relazione della Commissione Globale per le politiche sulla droga e quelli, italiani, provenienti dal Ministero dell’ Interno ed esposti da Forum Droghe, Magistratura Democratica e il Gruppo Abele durante il seminario del 10 e 11 giugno scorsi.


La Commissione Globale ci informa, con una semplicità disarmante, che il consumo annuale di droga e “la scala globale dei mercati di droga illegale, ampiamente controllati dal crimine organizzato, a 50 anni dalla Convenzione Unica sugli stupefacenti delle Nazioni Unite, a 40 anni da quando il presidente Nixon lanciò la guerra alla droga del governo nordamericano, è nei fatti cresciuto in modo spettacolare. Mentre non sono disponibili stime esatte del consumo globale nel periodo completo dei 50 anni, una analisi dei soli ultimi dieci anni mostra un esteso mercato crescente e dimostra il fallimento della guerra alla droga” e delle convinzioni di quei politici convinti “che azioni repressive e severe per il rispetto della legge contro coloro che sono coinvolti nella produzione di droghe, distribuzione ed uso, avrebbero portato a una costante diminuizione del mercato delle droghe controllate come eroina, cocaina, cannabis, e all’ eventuale avvento di “un mondo senza droghe”.”

Dal 1998 al 2008, secondo le stime ONU, il consumo annuale di oppiacei è passato da 12,9 milioni a 17,35 milioni, con un incremento del 34,5 %; per la cocaina l’incremento è del 27 %, da 13,4 milioni a 17 milioni; il consumo annuale di cannabis è cresciuto dell’ 8,5 % passando dai 147,4 milioni del 1998 ai 160 milioni del 2008.

La fotografia dell’ Italia fornita dal seminario di Forum Droghe ci propone una analisi ugualmente significativa degli ultimi 5 anni, quanti ne sono passati dal decreto legge Fini Giovanardi, che ha stravolto la precedente Jervolino Vassalli, reintroducendo l’equiparazione tra droghe, cioè comprendendo la canapa nella stessa categoria di morfina o anfetamine. I dati ufficiali ci dicono come all'autorita' giudiziaria siano state segnalate 178.578 persone per droga tra il 2005 e il 2010, e in 61.292 casi la sostanza in questione era la cannabis. Ogni anno circa 40 mila consumatori sono stati segnalati alle prefetture per uso personale: oltre il 70% erano cannabinoidi. Nel 2010 sono aumentate del 7,12% le segnalazioni all'autorita' giudiziaria per droga, raggiungendo il record di 39.053 persone segnalate. Piu' del 40% delle denunce (16.030) riguardava la canapa (8.102 per hashish, 6.5556 per marijuana, 1.372 per coltivazione).

Alcune raccomandazioni della Commissione globale sembrano riguardare proprio l’ Italia: “Incoraggiare i governi a sperimentare modelli di regolamentazione giuridica della droga per minare il potere del crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei loro cittadini. Questa raccomandazione vale soprattutto per la cannabis, ma incoraggiamo anche altri esperimenti di depenalizzazione e regolamentazione legale, che possano raggiungere questi obiettivi e fornire modelli per altri”; “Arrestare e imprigionare decine di milioni di queste persone, negli ultimi decenni, ha riempito le prigioni e distrutto vite e famiglie senza ridurre la disponibilità di droghe illecite o il potere delle organizzazioni criminali. Sembra non ci sia limite al numero di persone disposte a impegnarsi in tali attività per migliorare la loro vita, provvedere alle loro famiglie, o comunque sfuggire alla povertà. Le risorse per il controllo della droga possono esser meglio dirette altrove.”

Fra i luoghi comuni più palesemente erronei che in terra e in ciel semina Giovanardi c’è quello che la legalizzazione di un fenomeno ne faccia crescere le dimensioni; così non è, nella storia, a partire dalle guerre dell’oppio fino alla battaglia combattuta contro l’aborto clandestino, così non è nella esperienza di tutti i giorni, così non è nei dati che l’ONU stessa, e lo stesso Ministero italiano forniscono. Quello che le cifre, le stime, lo studio, l’evidenza e il ragionamento scientifico dimostrano con certezza è che, al contrario, nel governo delle strategie e delle politiche sulla droga, la proibizione e l’incarcerazione, il controllo e la punizione fisica, aumentano il consumo, il mercato, l’abuso e la dipendenza.

La conclusione della sintesi della Commissione Globale per le politiche sulla droga è lapidaria, e mi trova perfettamente concorde: “Ora è il tempo di agire”.

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Commissione Globale per le politiche sulla droga

Relazione – pag 6 di 24

INTRODUZIONE



STIME DELLE NAZIONI UNITE DEL CONSUMO ANNUALE DI DROGA DAL 1998 AL 2008

                                           OPPIACEI       COCAINA       CANNABIS

1998                                  12.9 MILIONI 13.4 MILIONI 147.4 MILIONI

2008                                  17.35 MILIONI 17 MILIONI 160 MILIONI

% di incremento                        34.5 %              27 %              8.5 %

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La guerra alla droga è fallita. Quando, 50 anni fa, fu data la Convenzione Unica sui Narcotici e Stupefacenti delle Nazioni Unite, quando, 40 anni fa, il presidente Nixon lanciò la guerra alla droga del governo nordamericano, gli uomini politici credettero che azioni repressive e severe, per il rispetto della legge, contro coloro che si trovano coinvolti nella produzione di droghe, distribuzione ed uso, avrebbero portato a una costante diminuzione del mercato delle droghe controllate come eroina, cocaina, cannabis, e all’ eventuale avvento di “un mondo senza droghe”. La scala globale dei mercati di droga illegale, ampiamente controllati dal crimine organizzato, è nei fatti cresciuto in modo spettacolare in questo periodo. Mentre non sono disponibili stime esatte del consumo globale nel periodo completo dei 50 anni, una analisi dei soli ultimi dieci anni mostra un esteso mercato crescente e dimostra il fallimento della guerra alla droga.

Nonostante la crescente evidenza di come le attuali politiche non raggiungano i loro obiettivi, la maggior parte degli organismi politici, a livello nazionale e internazionale, si sono orientati ad evitare un aperto esame o un dibattito sulle alternative.

Questa mancanza di governo delle strategie sulla droga ha motivato la formazione della nostra Commissione, e ci orienta nella nostra visione che questo è il tempo giusto per una revisione seria, esaustiva e di grande lungimiranza, delle politiche che possano rispondere al fenomeno della droga.



Il punto di partenza di tale revisione è riconoscere che il problema globale della droga è un insieme di istanze sanitarie e sociali interdipendenti da governare, più che una guerra da vincere.

I membri della Commissione hanno concordato quattro principi fondamentali che possono essere da guida per le politiche e le strategie, nazionali e internazionali, sulla droga, e hanno formulato undici raccomandazioni per l’azione.



18/06/11

Rapporto della Commissione Globale per le politiche sulle droghe



Commissione globale per le politiche sulla droga

Relazione presentata il 2 giugno 2011
Pagg 1-5 di 24

SINTESI

La guerra globale alla droga è fallita, con conseguenze devastanti per gli individui e le società di tutto il mondo. Cinquanta anni dopo la Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti, e a 40 anni da quando il presidente Nixon lanciò la guerra alle droghe del governo americano, sono urgenti e necessarie riforme fondamentali nelle politiche di controllo delle droghe nazionali e mondiali.

Le immense risorse dirette alla criminalizzazione e alle misure repressive su produttori, trafficanti e consumatori di droghe illegali hanno chiaramente fallito nella riduzione dell’ offerta e del consumo.

Le apparenti vittorie dell’ eliminazione di una fonte o di una organizzazione vengono negate, del tutto istantaneamente, con l'emergere di altre fonti e trafficanti. Gli sforzi repressivi diretti sui consumatori impediscono misure di sanità pubblica volte alla riduzione di HIV / AIDS, overdosi mortali e altre conseguenze dannose dell’ uso della droga. Le spese pubbliche nelle inutili strategie della riduzione dell'offerta e della incarcerazione possono essere sostituite con investimenti più convenienti e basati su evidenze per la riduzione della domanda e dei danni.

I nostri principi e le raccomandazioni possono essere riassunti come segue:

Terminare con la criminalizzazione, l’ emarginazione e la stigmatizzazione delle persone che fanno uso di droghe ma che non fanno alcun male agli altri. Sfidare i luoghi comuni sbagliati, circa i mercati della droga, l’ uso di droga e la tossicodipendenza, invece di rafforzarli.

Incoraggiare i governi a sperimentare modelli di regolamentazione giuridica della droga per minare il potere del crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei loro cittadini. Questa raccomandazione vale soprattutto per la cannabis, ma incoraggiamo anche altri esperimenti di depenalizzazione e regolamentazione legale, che possano raggiungere questi obiettivi e fornire modelli per altri.

Offrire servizi sanitari e cure a chi ne ha bisogno. Garantire che sia disponibile una varietà di modalità di trattamento, compreso non solo il trattamento con metadone e buprenorfina, ma anche i programmi di trattamento assistito con eroina che si sono dimostrati efficaci in molti paesi europei e in Canada. Implementare i programmi di accesso alle siringhe e alle altre misure di riduzione del danno che si sono dimostrate efficaci nel ridurre la trasmissione dell'HIV e di altre infezioni a trasmissione ematica così come le overdosi fatali. Rispettare i diritti umani delle persone che usano droghe. Abolire le pratiche abusive eseguite in nome del trattamento - come la detenzione forzata, il lavoro forzato e gli abusi fisici o psicologici - che contravvengano standard dei diritti umani e delle norme o che annullino il diritto all'autodeterminazione.

Applicare pressappoco gli stessi principi e le politiche sopra esposti alle persone coinvolte nelle estremità ultime dei mercati di droghe illegali, come gli agricoltori, i corrieri e piccoli venditori. Molti sono vittime di violenza e di intimidazione o sono tossicodipendenti. Arrestare e imprigionare decine di milioni di queste persone, negli ultimi decenni, ha riempito le prigioni e distrutto vite e famiglie senza ridurre la disponibilità di droghe illecite o il potere delle organizzazioni criminali. Sembra non ci sia limite al numero di persone disposte a impegnarsi in tali attività per migliorare la loro vita, provvedere alle loro famiglie, o comunque sfuggire alla povertà.

Le risorse per il controllo della droga possono esser meglio dirette altrove.

Investire in attività che possano prevenire sia, in primo luogo, l’uso di droga tra i giovani, sia lo sviluppo di problemi più gravi per coloro che fanno uso di droghe. Evitare i messaggi semplicistici come “basta dire di no”, e le politiche “tolleranza zero”, a favore di messaggi e politiche di sforzi educativi fondati su informazioni credibili e programmi di prevenzione che si concentrino sulle abilità sociali e le influenze tra pari. Gli sforzi di prevenzione più efficaci possono essere quelli destinati a specifici gruppi a rischio.

Concentrare le azioni repressive violente sulle organizzazioni criminali, ma in modo che minino il loro potere e raggiungere come priorità una riduzione della violenza e dell'intimidazione. Gli sforzi per il rispetto della legge dovrebbero concentrarsi non sulla riduzione dei mercati della droga di per sé, ma piuttosto sulla riduzione dei loro danni alle persone, comunità e alla sicurezza nazionale.

Dare inizio alla trasformazione del regime globale di proibizione delle droghe. Sostituire le politiche e le strategie sulla droga orientate alla ideologia e alla convenienza politica, con politiche economiche responsabili basate sulla scienza, sulla salute, sulla sicurezza e sui diritti umani - adottare criteri appropriati per la valutazione. Rivedere la classificazione delle droghe che ha prodotto palesi anomalie come la difettosa categorizzazione della canapa, della foglia di coca, e del MDMA.


Assicurarsi che le convenzioni internazionali siano interpretate e/o riviste per comprendere una mole di sperimentazioni con la riduzione del danno, depenalizzazione e regolamentazione. Rompere il tabù sul dibattito e sulla riforma.

Ora è il tempo di agire.



La Commissione Globale / che cosa è - che cosa non è

Fonte: http://www.globalcommissionondrugs.org/Commission - traduzione di Claudia Sterzi :)



Scopo:

Lo scopo della Commissione globale per le politiche sulle droghe è portare alla luce, a livello internazionale, un dibattito pubblico, informato e scientificamente corretto, sulle modalità, efficaci ed umane, per limitare i danni causati dalle droghe al popolo e alla società. La Commissione Globale sulle politiche sulle droghe si costruisce sul successo dell'esperienza della Commissione Latinoamericana su Droghe e Democrazia, convocata dagli ex Presidenti Cardoso del Brasile, Gaviria della Colombia e Zedillo del Messico. Convinta che l'associazione tra traffico di droga, la violenza e corruzione siano una minaccia alla democrazia in America Latina, la Commissione ha esaminato l'attuale politica della 'guerra alla droga' e ha aperto un dibattito pubblico su un tema che tende ad essere circondato da paura e da disinformazione.

Obiettivi:

- rivedere le ipotesi di base, alla luce degli effetti e delle conseguenze della strategia 'guerra alla droga'
- valutare i rischi e i benefici delle diverse risposte nazionali al problema della droga
- produrre dichiarazioni inoppugnabili e raccomandazioni basate sulle evidenze per una riforma costruttiva sul tema droga, in senso legale e in senso politico.

Commissioners

» Asma Jahangir

- human rights activist, former UN Special Rapporteur on Arbitrary, Extrajudicial and Summary Executions, Pakistan

» Carlos Fuentes

- writer and public intellectual, Mexico

» César Gaviria

- former President of Colômbia
» Ernesto Zedillo

- former President of México

» Fernando Henrique Cardoso

- former President of Brazil (chair)

» George Papandreou

- Prime Minister of Greece

» George Shultz

- former Secretary of State, United States (honorary chair)

» Javier Solana

- former European Union High Representative for the Common Foreign and Security Policy, Spain

» John Whitehead

- banker and civil servant, chair of the World Trade Center Memorial, United States

» Kofi Annan

- former Secretary General of the United Nations, Ghana

» Louise Arbour

- former UN High Commissioner for Human Rights, president of the International Crisis Group, Canada

» Maria Cattaui

- Member of the Board, Petroplus Holdings; former Secretary-General of the International Chamber of Commerce, Switzerland

» Marion Caspers-Merk

- former State Secretary at the German Federal Ministry of Health, Germany

» Mario Vargas Llosa

- writer and public intellectual, Peru

» Michel Kazatchkine

- executive director of the Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria, France

» Paul Volcker

- former Chairman of the US Federal Reserve and of the Economic Recovery Board, US

» Richard Branson

- entrepreneur, advocate for social causes, founder of the Virgin Group, cofounder of The Elders, United Kingdom

» Ruth Dreifuss

- former President of Switzerland and Minister of Home Affairs

» Thorvald Stoltenberg

- former Minister of Foreign Affairs and UN High Commissioner for Refugees, Norway

13/06/11

Documento finale dell' assemblea dell' 11 giugno 2011

L' Assemblea ha visto risultare vincente, col voto degli iscritti presenti, il seguente documento finale, a firma Luisa Simeone e Marco Belelli. Il documento ha vinto su un altro a firma della segretaria dimissionaria, Claudia Sterzi.

"L' Assemblea della Associazione Radicale Antiproibizionisti, riunita in Via di Torre Argentina 76, Roma

accetta le dimissioni della segretaria e la ringrazia per l'impegno profuso.

Preso atto della necessità di rafforzare il fronte di lotta permanente antiproibizionista in Italia

- decide di costituire un gruppo operativo incaricato entro il termine di 12 mesi di redigere lo Statuto dell' Associazione, sviluppare la presenza in rete, portare avanti le battaglie dell' @.r.a.
- da mandato al gruppo operativo di riconvocare l' assemblea alla scadenza dei dodici mesi al fine di votare lo statuto ed eleggere gli organi dirigenti"

Roma 11 giugno 2011

Hanno dato la loro disponibilità, nel corso dell' assemblea, a costituire il gruppo operativo:

Luisa Simeone
Marco Belelli
Marco Marchese
Gabriele di Batista
Andrea De Liberato
Claudia Sterzi