30/04/11

Antiproibizionisti a Caserta

Caserta 30 aprile 2011

Si è svolto oggi l’incontro pubblico “Legalizzare il mercato, limitare i danni”, presso la sede della Lista Caserta No-Caste; una Lista laica, ambientalista, antiproibizionista.
I candidati della Lista Caserta No-Caste hanno discusso di farmaci cannabinoidi, test antidroga, libera coltivazione domestica, con approfondimenti sulle politiche di altri paesi, sulla assoluta urgenza di una apertura culturale che contrasti il clima terroristico instaurato dall’attuale Dipartimento Politiche Antidroga, sulle strette connessioni tra proibizionismo e la corruzione politica, corruzione delle forze dell’ordine, criminalità organizzata, narcotraffico.
Claudia Sterzi, segretaria della Associazione Radicale Antiproibizionisti (@.r.a.), ha affermato: “Il proibizionismo è un marketing; il giro di denaro che il proibizionismo sulle droghe fattura grava sulle spalle di ragazzi morti, famiglie rovinate e genera delinquenza e forte disagio sociale. Proprio quello che i sostenitori della lotta dura alla droga imputano ai loro oppositori. Questo appare di tutta evidenza a livello mondiale, dal Messico all’ Afghanistan; con più forza nelle zone più povere, dove i legami tra criminalità organizzata e classe politica sono evidenti alla luce del sole”.
Luca Bove ha portato una proposta di recupero del Macrico che ha tra i suoi punti una coltivazione di canapa per uso terapeutico; attività redditizia oltre che di forte rispetto ambientale, che porterebbe soldi nelle casse invece che prenderne. L’iniziativa passa attraverso la pressione necessaria sulla Regione Campania per arrivare a una definizione delle leggi sui farmaci cannabinoidi e cannabis terapeutica. Il Comune, ha detto Gianroberto Zampella, ha la possibilità di introdurre elementi di riduzione del danno attraverso strutture per il consumo consapevole , così che una malattia, la tossicodipendenza, venga trattata come tale e non come un reato. Domenico Letizia ha ricordato l’assurdo filosofico del proibizionismo ed ha concluso con una frase di Lysander Spooner: "Affermare che un vizio sia un crimine e punirlo come tale è, da parte di un governo, un tentativo di falsare la stessa natura delle cose. È tanto assurdo quanto lo sarebbe affermare che la verità è falsità, o che la falsità è verità" (da “I vizi non sono un crimine”).
Sono intervenuti anche Luigi Mazzotta, Francesco Tramontano e Rodolfo Viviani, di “Per la grande Napoli”, e Francesco Giaquinto.
Anche questa volta la stampa non ha ritenuto di onorarci della sua presenza, con l’eccezione di Teleluna; questo non fa che mettere in risalto la nostra differenza dai soliti noti candidati big.

29/04/11

Trisciuoglio versus Serpelloni - 1 a 0 :)

Andrea Trisciuoglio, al centro.

Giovanardi & Serpelloni
25 aprile 2011
A Giovanni Serpelloni 
Capo Dipartimento Politiche Antidroga - Presidenza Consiglio dei Ministri

Il 29 giugno 2010 una pattuglia di carabinieri perquisiva la mia abitazione, alla ricerca di sostanze stupefacenti, per aver acquistato on-line semi di canapa. Se non hanno trovato piante nè cannabis illegalmente detenuta è solo perchè sono una delle rare persone, l'unico in Puglia per mesi, che è riuscita a superare gli ostacoli e curare legalmente la propria sclerosi multipla con la cannabis medicinale olandese fornitagli dalla Asl. Se invece fossi stato uno dei tantissimi che ancora non c’è riuscito, i carabinieri avrebbero trovato ben altro e certamente la vicenda avrebbe preso tutt'altra piega, come per tutti gli altri pazienti incriminati. 
Il riscontro - popolare, mediatico e perfino politico che questa assurda vicenda creò, mi fece comprendere ancor di più quanto fosse necessario fermare la follia del proibizionismo. La perquisizione mi convinse quanto fosse infame, liberticida e pericolosa la legge Fini-Giovanardi. Iniziai a battermi per difendere la mia incolumità e indirettamente, proteggere gli altri miei simili, che sono nelle mie stesse condizioni.  
Dopo la perquisizione mi contattò telefonicamente Giovanardi per esprimermi la sua solidarietà dimenticando che se avevo ricevuto tutto ciò era proprio grazie alla sua legge. Vorrei avere un confronto (anche televisivo) per smontare tutte le sue tesi (come quelle di matrix) che non corrispondono per nulla alla realtà. Ma si vede che il mio alzarmi dalla SAR potrebbe smontarla.
Cordiali saluti.
Andrea Trisciuoglio
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26 aprile 2011
Egregio sig. Trisciuoglio

Grazie delle sue riflessioni anche se le ritengo non condivisibili sia nei toni che nei contenuti. La sua malattia, che per questioni professionali conosco bene, può usufruire sicuramente e positivamente  di farmaci a base di THC e questo la legge da Lei criticata lo prevede chiaramente. Io sono stato uno degli artefici, assieme al sottosegretario Giovanardi (anche se questo le sembrerà strano), a fare in modo che ciò avvenisse.

Altro frangente è invece permettere  la coltivazione domestica non controllata di una pianta il cui principio attivo è in assoluto il più abusato in italia. La sua condizione sanitaria ha bisogno di farmaci che siano però stati sperimentati e preparati da  aziende specializzate che assicurino a lei, come a tutte le persone malate di qualsiasi malattia, che i prodotti che vengono usati siano prima di tutto sicuri, stabili nella composizione ed efficaci. Mi dispiace contraddirla ma il "fai da te" della coltivazione in proprio non può assicurare questo e pertanto è indispensabile assicurare che queste regole vengano sempre rispettate, come faremo per qualsiasi medicinale. Se riflette un momento non troverà nessun altra patologia al mondo che preveda la possibilità in maniera autorizzata di fabbricarsi in casa in maniera artigianale i propri farmaci. Forse troviamo questo approccio nei villaggi dei paesi in via di sviluppo ma non certamente nei paesi industrializzati. E perché questa cosa dovrebbe essere permessa per la Cannabis e non per tutte le altre varie cure che utilizzano farmaci a base vegetale? Mi sembra chiaro che in questa finta battaglia di libertà c'è qualche cosa di poco chiaro.

 Il Dipartimento che dirigo si sta battendo affinchè questi farmaci,  già prescrivibili ed utilizzabili in Italia, possano essere resi disponibili da parte delle Regioni (che hanno facoltà di farlo) gratuitamente a tutti coloro che ne hanno realmente bisogno ma altrettanto fortemente ci stiamo battendo perchè questo bisogno non venga strumentalizzato da quelle organizzazioni che invece utilizzano impropriamente questo bisogno medico, per permettere che altre persone, sicuramente non malate, possano produrre a scopi voluttuari e per puro divertimento (oltre che per proprio profitto) piante non controllate, coltivate e utilizzate non per scopi medici , come nel suo caso, ma esclusivamente per ottenere effetti psicoattivi e alterazioni dello stato di coscienza. Tutto ciò esponendo se stessi e terze persone a rischi e danni per la salute che, come Lei è purtroppo sicuramente in grado di comprendere,   un Stato non puo accettare avvenga addirittura legittimato da una legge che si renda piu tollerante verso l'uso di droghe a mero scopo di divertimento. 
Pertanto io credo fortemente che le persone come Lei debbano avere a disposizione gratuitamente e tempestivamente tutti i farmaci che necessitano compresi quelli a base di THC, verso cui non c'è alcun pregiudizio, ma altrettanto fermamente credo che chi strumentalizza le sofferenze di persone malate per ottenere sconti dalla giustizia al fine di poter drogarsi piu tranquillamente o coltivare le sue piantine magari per farne anche un ricco mercato, debba essere ostacolato e messo in condizioni di non nuocere a se stesso e agli altri.
Personalmente mi sto impegnando con il Ministero della Salute per trovare nuove procedure ancora piu agevolate e semplificate per avere questi farmaci. Comunque sappia che sono le Regioni e la ASL che possono, di propria iniziativa, rendere tali farmaci disponibili e gratuiti e questa non è una scelta che dipende dal Ministero ne tantomeno dal nostro Dipartimento.
Mi dispiace molto di questa sua sofferenza e spero lei possa trarne beneficio da quello che sta facendo. 
Come vede la legge che Lei tanto criticava in realtà è quella che le permette di utilizzare tali farmaci ma, se mi permette un consiglio, non cada nella "trappola antiproibizionista", qui non si tratta di liberalizzare una droga con la scusante dell'uso medico, qui si tratta di due cose ben distinte e che devono essere tenute tali: da una parte di assicurare cure tempestive, efficaci e gratuite alle persone malate che ne hanno veramente bisogno, ma dall'altra di impedire la diffusione e l'aumento di produzione illegale per scopi che non sono medici ma esclusivamente quelli di procurarsi stati alterati di coscienza.
 Credo che ora possa comprendere che strumentalizzare le sofferenze delle persone malate come lei, per ottenere "sconti di giustizia" sia semplicemente disdicevole. Se pensa che le mie parole siano esagerate la prego di dare uno sguardo in internet a tutti quei siti dei negozi che reclamizzano e vendono attrezzature e vari ammennicoli per la coltivazione della cannabis e che tanto si battono per i malati come Lei. Si renderà presto conto che sono tutte offerte ed oggetti indirizzate a persone che certamente non soffrono di sclerosi. Allora sig. Trisciuoglio lei pensa veramente che queste persone e questo organizzazioni si stiano battendo per salute dei nostri malati e per rendere più sicure e facilitate le cure mediche o non le viene il sospetto che si stiano facendo i loro sporchi affari sulla pelle della gente?
Cordiali saluti.
Giovanni Serpelloni
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27 Aprile 2011
Egr. dr. Serpelloni,
grazie della sollecita e cortese risposta. Tenterò di rispondere alle Sue osservazioni con ordine. Innanzi tutto la mia patologia  può usufruire sicuramente e positivamente  degli effetti del THC e degli altri 70 cannabinoidi non psicoattivi presenti nella pianta. Il video proiettato a Matrix mostrava una signora su SAR che fumava proprio una sigaretta di cannabis, nonostante il Suo commento a caldo lo escludesse.

Nel nostro Paese, la legge consentirebbe alle Asl di importare farmaci naturali direttamente dal produttore, ma come Lei ben sa, solo poco più di un centinaio sono i pazienti che sono concretamente riusciti a farlo, in ben 5 anni. Gli ostacoli? la indisponibilità delle direzioni ospedaliere, delle Asl, delle Regioni, del Ministero, dei medici. Tutti si riempiono la bocca della famosa centralità del malato, ma poi quando si tratta di applicare semplicemente la normativa vigente, e di tener conto delle necessità di migliaia di malati, si sceglie di non farlo con mille pretesti. E' vero, io ricevo le infiorescenze medicinali standardizzate dalla mia Asl grazie alla legge nazionale, ma sono una rara mosca bianca, tutti gli altri malati mi chiedono come ho fatto, e di aiutarli per carità.
La cannabis ha agevolato tanto i sintomi della mia sclerosi multipla ma le garantisco che oltre ad aver fatto sparire neuropatia, spasmi e tanti altri sintomi invalidanti sul fisico, mi ha aiutato tanto anche sull'umore (indispensabile per affrontare meglio anche la malattia) e credo che se l'avessi utilizzata anche prima non sarei neanche finito su SAR e non avrei reagito così tanto negativamente alla diagnosi della malattia. Già conoscevo la cannabis (illegalmente reperita) e i suoi benefici, la cannabis auto-coltivata mi creava addirittura migliori benefici di quella per me importata dall'Olanda. Allora penso che la salute è la mia e la vorrei gestire io senza intrusioni, minacce e ritorsioni da parte dello Stato, e senza vedermi piombare in casa 5 carabinieri all'alba. E garantisco che ci sarebbe un conseguente risparmio da parte della sanità, non le parlo dei costi del proibizionismo e dei suoi tanti "effetti collaterali". Potrebbe non finire più questa e-mail. Vorrei far inoltre presente che mi agevola anche per il banalissimo mal di testa, mentre su molte donne è efficace p.es. per i dolori del ciclo mestruale. Questo intendo come terapeutica. Non si deve arrivare su SAR, o essere un malato terminale, o soffrire di dolori fortissimi e cronici, per affermare il diritto alla salute. Sapendo che conosce bene l'inglese, Le propongo la lettura in lingua originale di questa sentenza sulla incostituzionalità della legge antidroga Canadese, che tuttora ostacola l'accesso alla terapia da parte dei malati. Il Canada prevede ampio accesso dei malati alla cannabis medicinale previa prescrizione medica e registrazione, ed è incomparabilmente più avanti come civiltà giuridica rispetto a quella del nostro Paese, ma un malato rischiava una condanna.  (Fonti: Reuters 13 Aprile 2011, Winnipeg Free Press 14 Aprile 2011)
 
Non è giustificabile da alcun punto di vista, prevedere il carcere per chi utilizza a proprio beneficio ciò che si coltiva, per di più smettendo di finanziare le mafie. Non c'è niente di poco chiaro, chiediamo semplicemente che, finchè anche ad un solo malato verrà di fatto impedito di fruire legalmente di questa terapia, la coltivazione "fai da te" per uso personale, pur restando una fattispecie di reato, nello specifico caso venga considerata non punibile. E' un principio di umanità, civiltà e buon senso, di poco chiaro ci sono solo gli interessi che stanno dietro la criminalizzazione dei cittadini che decidono di coltivarsi il proprio fabbisogno nonostante la legge favorisca acquisti continui al mercato nero, e punisca severamente chi si produce la medesima quantità. Quegli occulti interessi non tengono in alcun conto, le necessità dei malati. 
Mi scuserà se, da difensore dei diritti civili e seguace della non-violenza, cito il Mahatma Gandhi: "La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo." 
 
Non è chiaro chi potrebbe utilizzare impropriamente il bisogno medico dei malati, per permettere che altre persone, sicuramente non malate, possano produrre a scopi voluttuari e per puro divertimento (oltre che per proprio profitto) piante non controllate. Nè chi possa strumentalizzare le sofferenze di persone malate per ottenere sconti dalla giustizia al fine di poter drogarsi piu tranquillamente o coltivare le sue piantine magari per farne anche un ricco mercato. Chiediamo che non esista più il reato di coltivazione casalinga ad uso terapeutico personale, convinti, come siamo, che se un diritto c'è debba esserci per tutti e non solo per alcuni. 
Io do la stessa risposta di Luca Coscioni a chi, come lei sta facendo con me, lo accusava di essere strumentalizzato: STRUMENTALIZZATECI TUTTI!!! Perchè ne siamo 58.000 in Italia con sclerosi multipla, un nuovo caso ogni 4 ore. Quindi con un po' di "eccessiva modestia" le rispondo "siamo tutti Andrea Trisciuoglio". Avrei desiderato conoscere anche prima i benefici della cannabis. Grazie a questo oscurantismo ascientifico lo si può conoscere solo grazie alle associazioni di medici e pazienti che ci informano.
Apprezzo che Lei si stia  impegnando con il Ministero della Salute per trovare nuove procedure ancora piu agevolate e semplificate per avere questi farmaci, un tavolo tecnico di confronto con le associazioni sarebbe dovuto partire già da anni, le rinnoviamo la disponibilità al confronto anche in questa occasione.

Andrea Trisciuoglio
Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

L' @.r.a ospita l'annuncio della LEP (Associazione Radicale Libertà è Partecipazione) di Genova

Associazione Radicale Libertà è Partecipazione di Genova e Savona LEP
 
Ufficio Stampa e Propaganda
 
Genova,28 Aprile 2011
 
Comunicato
 
VERSO IL CONVEGNO NAZIONALE LEP
CI SARA' ANCHE GIORGIO GALLI!
 
Proseguono i preparativi in vista del Convegno Nazionale dedicato alle MINORANZE OPPRESSE E PERSEGUITATE DELLA STORIA e cresce l'interesse dei MEDIA e dei cittadini: si tratta della più importante iniziativa politica,culturale e mediatica messa in campo da una Associazione Radicale in terra ligure e proiettata in campo nazionale.
Si attendono molte significative presenze da ogni parte d'Italia;tra le tante,Mina Welby,Claudia Sterzi,Paolo Musumeci,Nicolino Tosoni,Alfredo Biondi,Cristina Morelli,Francesco Zanardi,Don Andrea Gallo,Marco Perduca,Fabio Morchio,Alberto Gagliardi,Glauco Berettoni,Sergio Rovasio e Il Divino Otelma.
E -ultima conferma eccellente- ci sarà anche Giorgio Galli (il noto politologo di fama internazionale) e parlerà sul Tema:LA STREGONERIA RIBELLIONE E PERSECUZIONE.
Sabato 7 Maggio avrà anche luogo una favolosa cena in un noto ed esclusivo locale di Genova.
Due strutture alberghiere sono convenzionate e concedono tariffe agevolate ai convegnisti:il MINI HOTEL e il GRAND HOTEL BRISTOL PALACE,sede del Convegno Nazionale di DOMENICA 8 MAGGIO 2011.
Per ulteriori informazioni è consigliabile visitare il Blog Ufficiale della LEP http://radicalilep.ilcannocchiale.it/
o inviare una mail a radicalilep@yahoo.it o chiamare il 3386466364 o 3484450555.
Sarà un successo a tutto tondo !
 

25/04/11

UN GRIDO SI LEVA DA TUTTA ITALIA: GIOVANARDI GO HOME

In questi giorni tutti i difensori dei diritti civili italiani si sono indignati, e a ragione, per le solite deliranti esternazioni del sottosegretario Carlo Giovanardi. Il nostro si è occupato stavolta di pubblicità e marketing, rivolgendo una pesante critica ad una pubblicità della IKEA, che mostra due uomini mano per la mano; “aperti a tutte le famiglie”, recita lo slogan.

Apriti cielo spalancati terra! Quel manifesto è contro la Costituzione italiana! – tuona Giovanardi, perché per famiglia devesi intendere quella tradizionale, cattolica, eterosessuale, unita dal sacro vincolo del matrimonio in chiesa. In verità, nella Costituzione italiana non c’è scritto così – c’è scritto che “la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio”, ma non si specifica di che genere di matrimonio si tratta, se civile, religioso cattolico o di altre religioni. Dato che la stessa Costituzione, e gli stessi Principi fondamentali, che nella gerarchia delle fonti giuridiche stanno sopra ogni altra cosa, anche sopra il Giovanardi pensiero, è scritto “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”, e, ancora “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”, l’assurdità della posizione del sottosegretario si palesa in tutta la sua incostituzionalità. Che ne sa, il Giovanardi, che la coppia fotografata non si sia sposata con un qualsiasi rito? Che ne sa del fatto che, magari, la coppia in questione vorrebbe sposarsi civilmente ma ne è impedita da pregiudizi obsoleti che in molti altri paesi civili sono già stati risolti?

D’altra parte, che vuoi aspettarti? Chi si occupa di leggi sulle sostanze stupefacenti conosce bene la pericolosità sociale delle strategie politiche elaborate da questo uomo, che sta rovinando la vita a migliaia di italiani perseguitandoli e accanendosi contro i loro consumi ed abitudini private. Fa piacere che finalmente se ne accorgano anche altri.

Claudia Sterzi, segretaria della Associazione radicale antiproibizionisti

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18/04/11

Gentilissimo Dottor Serpelloni ...

Oggetto: risposta alla sua del 25 marzo 2011


Gentilissimo Dottor Serpelloni, purtroppo le cose non stanno come da lei indicato nella sua lettera del 25 marzo 2011; è stata estrapolata una frase dal contesto nel quale ciò che io sostengo, e che ho più volte sostenuto in pubblico, non è esattamente ciò che lei riporta.
Non si vuole togliere alcun crisma di rispettabilità e di veridicità a singoli studi, come pochi minuti dopo ho precisato, nel corso della stessa conferenza stampa. Più semplicemente, la falsificazione dei dati si compie nel momento in cui si citano  sempre gli stessi 2 o 3 studi su decine di migliaia esistenti sull’argomento, la maggior parte validi e rispettabili quanto quelli da voi prediletti.
Questo per quanto riguarda la pericolosità della canapa per la salute e per quanto riguarda l’ esistenza di una “dipendenza” da canapa. Su altri dati, vale ciò che ho risposto già alla vostra nota, attraverso comunicato stampa, e che le riporto qui sotto; potrebbe non averlo visto, vista la poca diffusione che generalmente hanno i miei comunicati.
La ringrazio dell’invito, che accetto, e del quale le chiedo di precisare tempi e modi
Claudia Sterzi




Ringraziamo il Dipartimento Politiche Antidroga per il comunicato, che ci legittima come interlocutori, e costituisce una ulteriore motivazione per rafforzare la nostra battaglia e la nostra iniziativa. 
Porto personalmente la responsabilità di aver affermato che i dati forniti dal DPA sono manipolati e falsificati, e ben volentieri lo circostanzio, limitandomi per sintesi a due esempi: uno riguarda il milione di assuntori in meno sbandierato come risultato dell’ ultima modifica alla legge sugli stupefacenti, la cosiddetta legge Fini Giovanardi. Dato del quale non si dice che deriva da un cambiamento dell’ istituto incaricato della rilevazione e della metodologia usata, rispetto all’ anno precedente; questo, di per sé, è fuorviante. L’altro dato, che la dice lunga sulla superficialità e il pressapochismo delle dichiarazioni rese ai cittadini, è quello che il sottosegretario Giovanardi ha millantato pochi giorni dopo l’approvazione del nuovo codice della strada, nel settembre 2010. In quella occasione si è citato una riduzione del 43% degli incidenti stradali, cifra che è in realtà riferita al periodo 2001 – 2009 e niente ha a che fare con il massiccio uso di drug test e con l’obbligo dello stesso drug test per chi consegue o rinnova la patente. Solo due esempi, che spero servano a chiarire quanto poco diffamante sia il termine “manipolati”.
Altro metodo di falsificazione viene usato sugli studi scientifici; grande rilievo non appena esce uno studio che dimostra alcune conseguenze negative dell’ uso di cannabis, nessuna diffusione per tutti gli altri che dimostrano il contrario. Non disponendo di personale, soldi pubblici e mezzi, a differenza del DPA, non sento la necessità di fare qui un elenco di evidenze scientifiche; la verità è palese a chiunque si occupi seriamente e senza pregiudizi dell’argomento, e fare terrorismo psicologico sui ragazzi serve solo a far sì che non si fidino delle informazioni che vengono loro date, e, magari, di conseguenza, possano sottovalutare anche la vera pericolosità di altre sostanze. Sul percorso cannabis – droghe pesanti, poi, veramente troppa letteratura è stata spesa; è un argomento ridicolo che non merita più confutazione.
Nessuna persona di buon senso affermerebbe che sia un bene abusare di cannabis in età adolescenziale, questa è una ovvietà. La conferenza stampa di martedì si è concentrata sul paradosso che prevede sanzioni penali per l’uso personale, se derivante da coltivazione domestica; l’uso personale è stato depenalizzato con referendum popolare, e incentivare il mercato nero della droga introducendo una aggravante per la coltivazione non è compatibile con nessuna legislazione e con nessun principio di diritto. Tirare in ballo i trattati internazionali non è pertinente, infatti in molti paesi le legislazioni prevedono la possibilità di coltivazione di un limitato numero di piante per il consumo personale, fatto che toglie alle mafie, in quei paesi, una buona percentuale di introiti. Non si tratta di autorizzare la coltivazione, più semplicemente di non sanzionarla penalmente, di non entrare nelle case alla ricerca di una pianta, e non di una sostanza, sul balcone.
 Claudia Sterzi, segretaria Associazione Radicale Antiproibizionisti

17/04/11

L' @.r.a ospita due annunci della LEP (Associazione Radicale Libertà è Partecipazione) di Genova



IL SEGRETARIO DELLA ASSOCIAZIONE RADICALE LEP-DOTTOR MARCOBELELLI- CONVOCA LA ASSEMBLEA STRORDINARIA PER IL RINNOVO DEGLI INCARICHI ASSOCIATIVI:ACCOLTA LA PROPOSTA DI MARIO STADERINI.
Per saperne di più vai sul Blog Ufficiale http://radicalilep.ilcannocchiale.it/  In alternativa  invia una mail a radicalilep@yahoo.it omarcobelelli@yahoo.it
E circa il Convegno Nazionale:
VERSO IL CONVEGNO NAZIONALE PROMOSSO DALLA ASSOCIAZIONE RADICALE LEP SUL TEMA DELLE MINORANZE OPPRESSE E PERSEGUITATE DELLA STORIA:GENOVA,DOMENICA 8 MAGGIO 2011,GRAND HOTEL BRISTOL PALACE,VIA XX SETTEMBRE 35.
Per saperne di più vai sul Blog Ufficiale http://radicalilep.ilcannocchiale.it/
e leggi la locandina diffusa in tutta la Liguria (e non solo).In alternativa invia una mail a radicalilep@yahoo.it omarcobelelli@yahoo.it

07/04/11

Qualcosa in più su Leone Bianco Leone Nero


Giuseppe Nicosia, autore del libro Leone Bianco Leone Nero, ha partecipato con l' On. Rita Bernardini, Giancarlo Cecconi, segretario dell' ASCIA, e me, alla conferenza stampa che recentemente abbiamo tenuto alla Camera dei Deputati per presentare documenti ed iniziative in materia di regolamentazione della coltivazione domestica di canapa. In quella occasione ci ha parlato di mafia, di come le coltivazioni illegali di canapa siano "l'oro verde" del narcotraffico e della criminalità organizzata.
Poco dopo ci siamo ritrovati a Bologna, durante una gran bella assemblea che ha visto l'accordo di tanti gruppi che da anni lavorano sul tema, una assemblea dalla quale rinasce la speranza di veder cambiare una legge che tanti danni produce, in tutti i sensi e in tutti i modi.
Non passa giorno nel quale io non riceva racconti di poveri cittadini normali, la maggior parte giovani e senza grandi mezzi economici e/o culturali, racconti da incubo: botte, minacce, perquisizioni, perquisizioni corporali, abusi, tutto per le famose piantine sul balcone o nel campo.
Oltretutto, per il semplice fatto di coltivare canapa, cosa che in Italia fino a pochi decenni fa non solo non era proibita ma incoraggiata, senza che questo producesse i danni sociali che sono nati col proibizionismo, ci si trova additati, insultati, diffamati. 


Serva per esempio questo demenziale servizio che ai tempi accompagnò l'arresto di Giuseppe; le uniche foto "vere" sono la sua e due foto dell'interno della casa. Tutto il resto, le jeep dei carabinieri in un campo di serre, l'arrestato che viene portato via e si copre, ecc., è stato accostato senza alcun nesso reale al servizio, cioè sono immagini che non si riferiscono a quell' arresto, ma di repertorio. Il peso, 18 chili, si riferisce alle piante intere comprese le radici e compreso il pane di terra che le conteneva.
Così spesso i giornalisti rendono un pessimo servizio non solo ai diretti interessati, ma soprattutto ai cittadini ai quali è rivolta e dedicata l' informazione; come quando, altro esempio, ci si ostina a parlare di legge Fini Giovanardi come di legge sulle "tossicodipendenze". In base alla Fini Giovanardi vengono arrestati, appunto, cittadini che niente hanno a che fare con la tossicodipendenza, semplici, sani ed innocui coltivatori e consumatori.

Claudia Sterzi

04/04/11

DOPO BOLOGNA (NOTA BREVE)

Ieri, 3 aprile 2011, si sono incontrati a Bologna  numerosi rappresentanti di diverse aeree antipro di tutta Italia, con l’intenzione di rafforzare la formazione della Associazione per la sensibilizzazione della canapa autoprodotta in Italia, una unione concentrata su un obiettivo semplice quanto di rottura: la regolamentazione della coltivazione domestica di canapa. In Italia il fronte è diviso da polemiche che si trascinano da decenni, e che fanno sì che si vada avanti per forza di inerzia fra iniziative private ed esclusioni; qualche esempio? Se da una parte c’è chi vede la parola “antiproibizionisti” come il fumo negli occhi per non dire peggio, dall’altra anche la affermazione “non siamo tossicodipendenti” provoca offesa; il coinvolgimento dei canapai, di Assocanapa, dei club sulla canapa terapeutica è desiderato o snobbato a seconda dei punti di vista; e pur premettendo che non si è lì per fare schieramento politico, ma per unirsi su un obiettivo condiviso, c’è sempre chi ha voglia di indicare buoni e cattivi nell' arco parlamentare e fuori, dimenticando che in tema di canapa nessuno è buono, visto che la coltivazione è vietata dagli anni ’50 e per adesso a livello governativo nessuno si è mai mosso per sanare questa ridicola legislazione, ancor più ridicola quando sappiamo che l’Italia era agli inizi del secolo scorso la seconda produttrice di canapa nel mondo.
Giovanardi e Arlacchi; bastano questi due nomi per significare che cosa possiamo aspettarci dalle forze istituzionali. Va però segnalato che ieri erano presenti, e sono intervenuti, la sottoscritta in rappresentanza dei Radicali, altri in nome di SeL e dei Verdi.
Il dibattito in sala, del quale sarà disponibile una registrazione, si è integrato con il dibattito fuori sala, che andava svolgendosi all’aria aperta nel cortile e nel giardino, dove si era creato un mini Arezzo Wave ( o un mini Parco Lambro, fate voi ). Se quello in sala si è sdipanato nel tentativo di risolvere i conflitti di cui sopra, con alterni momenti di pace e guerra, quello informale è stato più incentrato sul da farsi, nel senso di ideazione di azioni concrete.
Libera coltivazione in libero Stato! Prossimi appuntamenti, a Pisa l' 8 aprile per il dibattito "Marijuana, una guerra infinita" e a Bari il 16 aprile alla Festa della Semina.
Claudia Sterzi, segretaria @.r.a.

01/04/11

3 aprile a Bologna - Assemblea per la regolamentazione della coltivazione domestica di canapa

Si terrà a Bologna, domenica 3 aprile 2011, dalle 9 di mattina per tutto il giorno, la prima assemblea nazionale ASCIA.
L' ASCIA (Associazione per la sensibilizzazione sulla canapa autoprodotta in Italia) nasce dalla volontà e dall' impegno di un gruppo di persone unite dall' intento di dar fine a quelle leggi illiberali che configurano il reato di coltivazione domestica per uso personale, un astruso concetto giuridico irrecipibile da uno Stato di diritto. Migliaia di piccoli coltivatori di canapa finiscono in carcere ogni anno e si vedono devastare la vita per un comportamento privato, che non produce vittime, tanto innocuo quanto irrilevante.
Le ultime direttive del Sottogretario con delega alla droga, Giovanardi, infieriscono su guidatori e lavoratori con test che, riguardo ai cannabinoidi, rilevano non la guida in stato di alterazione, ma il semplice uso anche di settimane prima.
Si arriva all'assurdo che è più grave coltivarsi una piantina sul balcone (sì, anche una sola), che non arricchire le tasche delle mafie del narcotraffico scendendo nei vicoli a comprarsi sostanze dalla provenienza e composizione dubbia.
E' così che si sconfigge il crimine? Si vogliono davvero perseguitare i grandi mercanti illegali di droghe o si vogliono perseguitare dei cittadini industriosi che con tali mercanti non vorrebbero avere a che fare?
Non vogliamo promuovere gli abusi di alcunché, né l'uso smodato in età adolescenziale; anzi. Cerchiamo di ripristinare la responsabilità individuale e combattere la criminalizzazione del consumo personale, già depenalizzato con referendum popolare del 1993.
1975 Marco Pannella
Disobbedienza civile
Lo scopo dell' ASCIA è la regolamentazione legale della coltivazione di canapa; sono milioni, in Italia, le persone coinvolte, direttamente o indirettamente, da questo obiettivo. Liberiamo la canapa! Uniti si vince! A domenica :)