28/03/14

La mafia calabrese guadagna più della Deutsche Bank e di McDonald's messi insieme.

Traduzione @ra 


Fra le attività criminali più remunerative figurano il traffico di stupefecenti, con 24,200 miliardi di euro incassati, e il settore del riciclaggio illegale, con 19,6 miliardi di euro.

Con un volume di affari di 53 miliardi di euro nell 2013, la 'Ndrangheta, la poderosa mafia calabrese, ha prodotto tanto incasso quanto la Deutsche Bank e McDonald's insieme, come ha rivelato questo mercoledì uno studio dell' Istituto Demoskopika, che dettaglia le differenti fonti di entrata della 'Ndrangheta, pari al 3,5% del PIL italiano.
L'elaborazione di questo studio è stata realizzata con l'analisi di una serie di documenti del Ministero degli Interni, delle forze di sicurezza, della Commissione parlamentare antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia. In misura minore, la mafia calabrese trae i suoi guadagni anche dalle estorsioni e dallo strozzinaggio (2,9 miliardi di euro), distrazione di fondi pubblici (2,400 miliardi) e il gioco di azzardo (1,3 miliardi).
La vendita di armi, il business dei rifiuti, la prostituzione, la falsificazione e la immigrazione clandestina contribuiscono, senza superare il 1 miliardo
di euro, a raggiungere un giro di affari di 53.000 milioni di euro.
Presente in 30 paesi, fra i quali Australia, Germania, Togo o Tailandia, la 'Ndrangheta ha circa 50.000 affiliati, ripartiti in 380 bande in attività, secondo lo studio di Demoskopika.
La Calabria, regione povera del sud dell' Italia, è la fortezza della 'Ndrangheta, considerata la più pericolosa e potente delle quattro mafie italiane.



Spagna: Commissione mista Camera Senato si pronuncia contro i club (cannabis social club) ed altri.

Traduzione @ra


La società, oggi, considera più dannoso fumarsi una sigaretta che uno spinello. Si dà il caso che questa convinzione sia sostenuta da evidenze scientifiche, ma non è gradita dalla Commissione congiunta Congresso – Senato, sul problema della droga, presieduta da Gaspar Llamazares, tantomeno è gradito che gli esperti segnalino come le attuali modalità di consumo di droga non siano la causa del crescere dell' insicurezza cittadina e della conflittualità sociale.

Dando mostra del proibizionismo più stantio, alla commissione mista Congresso - Senato è piaciuto il termine "prova scientifica", ma non il suo significato. In realtà, odiano l'evidenza. Il discorso proibizionista presuppone che le sue parole siano corrette "prove scientifiche". L' unico inconveniente è che richiedono l'uso della forza, per essere imposte. Niente che non abbia sperimentato l' istruzione spagnolo , abituata da sempre che le regole si inculcano col sangue.

Gaspar Llamazares, (deputato della Izquierda Unida e portavoce della Comissione Sanità), presidente della Commissione che ha redatto il “Rapporto sulle prospettive future per affrontare le dipendenzeattuali e le nuove”, il più importante documento prodotto da tutti i gruppi a livello parlamentare negli ultimi dieci anni, secondo El Diario, afferma che: "Per quanto riguarda i club di cannabis e il consumo, la logica dei gruppi interessati a imporre mercati regolamentati porta alla banalizzazione del consumo di questa sostanza. Quindi è necessario contrapporre a questa logica delle prove scientifiche" e, raccomanda "prendere le misure adeguate per evitare la banalizzazione delle dipendenze".
La particolare prova scientifica proposta dalla commissione, che ha fatto suoi, fino all'ultima virgola, gli argomenti del Delegato del Governo per il Piano nazionale sulle droghe, Francesco Babín Vich, è scoraggiante: "Una delle forme che si sono dimostrate efficaci nella lotta contro la droga è la riduzione dell'offerta, che obbligatoriamente passa per il rafforzamento dei Corpi e delle forze di sicurezza , delle attività giudiziarie, amministrative, doganali , ecc ...”.
Niente della guerra alla droga si è dimostrato efficace, e mai si sono consumate tanto le famigerate sostanze come in stato di proibizione. Di fronte all'evidenza e alle tendenze internazionali, che considerano la guerra alla droga un fallimento, la Commissione mista propone l'uso della forza (in nome di "prove scientifiche"); la risposta alla logica dei club implica necessariamente il rafforzamento degli organi di polizia e delle strutture giudiziarie e amministrative .
In sintesi, il messaggio sarebbe questo: i club banalizzano, occorre prendere provvedimenti contro coloro che banalizzano, ciò che funziona è la repressione. Ma attenzione, non solo contro i club. Le misure mirano "anche a tutti coloro che possono ottenerne un profitto".
Ancor meno è verificato il racconto che la Commissione diffonde sulle associazioni dei lavoratori dei club. Si dice che i club vorrebbero imporre una regolamentazione del mercato della cannabis. Dovranno adattarsi a comprendere che il modello dei club è socialmente migliore del narcotraffico tradizionale; una volta acquisito questo, i politici saranno in grado di decidere tra i due. Oggi, si è scelto il traffico illecito.
La relazione elaborata dalla Commissione include un grafico che mostra come il tabacco sia più dannoso della cannabis; nonostante questo, ai membri del comitato sembra paradossale (con tutti i soldi spesi per la disinformazione!) che la società lo sappia o ritenga che l'uso di droghe non sia un enorme problema sociale, ma una attività individuale legata al tempo libero, con delle conseguenze per i consumatori. Contro questo punto di vista, la Commissione propone di rafforzare gli organi di polizia e le strutture giudiziarie e amministrative. Non resta loro altro che buttarla sul personale, invece che arrendersi all'evidenza.
L'unico baluardo apparente di razionalità in queste finte politiche è rappresentato dal gruppo misto, che su richiesta della DeputataTeresa Jorda i Roura, di Sinistra Repubblicana-Catalogna-Sì (ERC - RCAT - Catsi), in base alle disposizioni del regolamento della Camera, ha chiesto all'Ufficio di presidenza del Congresso dei Deputati di aggiungere un nuovo elemento alle raccomandazioni della relazione con la seguente dicitura:
"Regolamentare, nel più breve termine possibile, produzione, distribuzione e consumo di cannabis, consentire la vendita in strutture accreditate, incoraggiandole a svolgere un lavoro di informazione per un consumo responsabile. Ugualmente si esorta a tassare la vendita, cercando di destinare i proventi alla spesa sanitaria e in campagne di sensibilizzazione, prevenzione della tossicodipendenza, e per il trattamento delle tossicodipendenze".


El informe elaborado por la comisión mixta Congreso-Senado incluye un gráfico que muestra que el tabaco es más perjudicial que el cannabis, a pesar de lo cual, a los miembros de la comisión les resulta paradójico (¡con el dinero que se gastan en desinformación!) que la sociedad lo sepa y opine que el consumo de drogas no es un gran problema social, sino una actividad individual relacionada con el ocio con consecuencias para quienes las consumen. Contra esta percepción, la comisión propone reforzar cuerpos y fuerzas de seguridad y recursos judiciales y administrativos. No les queda otra para torcer al personal, aunque queden en evidencia.

27/03/14

Tempi duri per i tossicodipendenti ucraini: la Russia vieta il metadone in Crimea.

AIDS nel mondo
Le cose si stanno facendo più pesanti per i consumatori di oppiacei in Crimea , la ex provincia ucraina ora annessa dalla Russia. Mentre l'Ucraina ha fatto suo un approccio di riduzione del danno, per  l'uso di droghe pesanti , la Russia respinge tale approccio ed ha alcune delle leggi sulla droga più repressive al mondo.

La Russia non porta avanti programmi efficaci per la prevenzione della diffusione di HIV ed epatite C tra i consumatori di droghe, e sono illegali misure di riduzione del danno come lo scambio di aghi e la terapia sostitutiva degli oppiacei ( OST), delle quali il mantenimento con metadone fa parte.

Ora , le conseguenze concrete del ritorno della Crimea nel largo grembo della Madre Russia si riaffacciano, per i tossicodipendenti di lì. Mercoledì scorso, lo zar della droga Viktor Ivanov , uno dei 31 alleati del Presidente Vladimir Putin, sanzionato dal governo degli Stati Uniti in questo mese, ha annunciato che la Russia vieta l'uso del metadone in Crimea. Quel che arriva dopo i voti di una settimana prima è una presa di distanza generale dalle pratiche di riduzione del danno in Crimea.

"Il metadone non è una cura ", ha dichiarato Ivanov . "Praticamente tutte le forniture di metadone in Ucraina circolano sul mercato secondario ed sono distribuite come stupefacente , in assenza di controlli adeguati. Come risultato, si è formato un mercato nero e viene scambiato a prezzi molto più alti . E' diventata una fonte di redditi per la criminalità", ha detto .

Qualunque cosa dica Ivanov , l'International HIV/AIDS Alliance ha avvertito: togliere il metadone a circa 800 pazienti sarà un disastro. E la minaccia di un rifiuto più ampio di misure di riduzione del danno mette a rischio circa 14.000 tossicodipendenti da iniezione in Crimea.

"Qualora la fornitura di questi farmaci venga sospesa o interrotta, ne risulterà un' emergenza medica, non appena centinaia di pazienti OST andranno in sindrome di astinenza, il che porterà inevitabilmente a un drastico aumento sia della malattia acuta, così come di aumento di iniezioni per coloro che cercheranno di automedicarsi ", ha detto il direttore per l'Ucraina dell'Alliance, Andriy Klepikov .

" Qualsiasi interruzione ai programmi di riduzione del danno è un disastro per la salute, per i diritti umani e l'epidemia di HIV nella regione, ed esortiamo le autorità in Crimea di intervenire in garanzia che le filiere critiche non siano interrotte e le vite non siano messe a rischio a causa di politiche di conquista”, ha aggiunto Klepikov.

L'Ucraina pratica terapia di mantenimento con metadone ( o OST ), in Crimea, dal 2005. I pazienti in Simferopol , Sebastopoli, Yalta , Eupatoria , Feodosia , Kerch e in altre città ricevono un trattamento giornaliero presso le strutture sanitarie locali.

L' AIDS Alliance non è l'unico gruppo a far scattare l'allarme. La Rete Internazionale dei consumatori di droga (INPUD) ha lanciato un appello urgente ai relatori delle Nazioni Unite sulla Crimea "un appello ad una dichiarazione pubblica collettiva, che  evidenzi il rischio imminente che questa popolazione si trovi a perdere l'accesso ai farmaci essenziali , stiamo chiedendo di sollevare la questione con il governo russo, invitandoli a non chiudere i programmi in esecuzione di sostituzione degli oppiacei , stiamo invitando a sollevare il problema con la massima urgenza con il Consiglio per i diritti umani , al fine di garantire una continuazione dell' accesso ai programmi".

Se si tratta di politica sulle droghe e riduzione del danno, la Crimea sembrerebbe star peggio come parte della Russia che come parte dell'Ucraina. Come Klepikov, dell' AIDS Alliance, ha puntalizzato:


"La Federazione russa ha leggi sulla droga estremamente repressive e il suo approccio punitivo verso le persone che fanno uso di droghe fa sì che ora sperimenti uno dei più alti tassi di nuove infezioni da HIV nel mondo. I consumatori di stupefacenti rappresentano quasi l'80 % di tutti i casi di HIV nel paese".

di Phillip Smith , 26 Marzo 2014, pubblicato su www.StopWarOnDrugs.org 
Traduzione @ra

25/03/14

METTI UNA MATTINA A SCUOLA

Sono in tanti, a dichiararsi contrari ad ogni forma di legalizzazione, a dare per acquisito che fumare canapa faccia venire “buchi nel cervello”, ecc. ecc.;  però, quando c' è da sostenere in pubblico un contraddittorio, magicamente si dileguano quasi tutti. Così, al liceo scientifico Morin di Mestre, stamani 25 marzo, mi sono trovata da sola, in cattedra, di fronte a qualche centinaio di ragazzi, a sostenere un incontro organizzato dagli studenti in uno di quei momenti di autogestione che tanti anni fa combattemmo duramente per ottenere e che oggi sono diventati scontati e di routine.
I ragazzi hanno introdotto il tema con due video, uno realizzato da loro, cosa lodevole, che alternava spezzoni di film e interviste; nei primi minuti, ahimé, c' era una battuta a sfondo sessuale, e una insegnante dal fondo ha cominciato ad urlare istericamente raggelando l' atmosfera, ha ordinato l' interruzione del video ed è andata a chiamare il preside.
Nell' attesa, siamo andati avanti, una introduzione con una breve storia della war on drugs, obiettivi, mezzi, strumenti, risultati; i recenti fermenti di legalizzazione, Global Commission, Washington, Colorado, Uruguay; comparazioni e dati.
Le domande sono arrivate, numerose, e piano piano l' atmosfera si è sciolta, la comunicazione è tornata a fluire, e il contraddittorio me l' hanno fatto gli studenti stessi, dialogando fra di sé e con me. Un ottimo intervento liberale del preside, arrivato alla fine delle prime due ore, ha rischiarato il viso e gli orizzonti degli organizzatori: la democrazia richiede attenzione e ascolto di tutte le opinioni, e l' informazione è necessaria per formarsi un' idea propria.
Nelle seconde due ore sono arrivati gli studenti più grandi, 16/18, e abbiamo ripetuto senza passare dal video, ormai definitivamente censurato; introduzione, domande. La legalizzazione aumenta il consumo? E' vera la teoria del passaggio? A che serve mantenere il divieto ai minori, se invece i minori consumano? E così via.
Negli anni, dal primo incontro del 2008 nell'  università di Perugia, sono ormai decine gli istituti nei quali sono stata invitata, come sociologa e come segretaria della associazione radicale antiproibizionisti, a incontri, dibattiti, convegni; e migliaia, forse decine di migliaia, i ragazzi ai quali ho cercato di trasmettere desiderio di conoscenza, superamento delle frasi fatte, bisogno di approfondire.
Grazie agli amici di Veneto Radicale, Franco Fois, Alessandro Pomes, Carmen Sorrentino, coniugi Palma Zoccolan, e alla prossima.