Commissione Globale per le politiche sulle droghe, giugno 2011 - Report - pagg. 7/9 ( I primi due principi )
PRINCIPI
1. Le politiche sulla droga devono essere basate su solide evidenze, empiriche e scientifiche. La prima misura del successo deve essere la riduzione del danno alla salute, alla sicurezza e al benessere degli individui e della società.
Nei 50 anni da quando le Nazioni Unite hanno dato inizio ad un sistema davvero globale di proibizione delle droghe, abbiamo imparato molto sulla natura e sui modelli della produzione, distribuzione, dipendenza e uso di droga, e sull’efficacia dei nostri tentativi per limitare tale problema. Per quanto possa essere comprensibile che gli architetti di tale sistema credessero nel concetto di eradicazione dell’uso e della produzione di droga ( alla luce delle limitate esperienze accumulate allora ), non esistono in ogni caso scuse per poter ignorare l’evidenza e l’esperienza accumulate fino ad ora. Le politiche e le strategie sulla droga, a tutti i livelli, continuano troppo spesso ad essere guidate da prospettive ideologiche, o convenienze politiche, e prestano troppo poca attenzione alla complessità del mercato della droga, dell’uso di droga e della dipendenza da droga.
Politiche efficaci richiedono una articolazione chiara degli obiettivi politici. La Convenzione Unica ONU del 1961 su droga e narcotici stabilì chiaramente come l’obiettivo ultimo del sistema fosse il miglioramento della “salute e benessere dell’ umanità”.
Questo ci ricorda che le politiche sulla droga inizialmente furono sviluppate e messe in atto nella speranza di raggiungere risultati in termini di riduzione dei danni agli individui e alla società – minori crimini, migliore salute, e maggior sviluppo economico e sociale. Invece, abbiamo in primo luogo misurato il nostro successo nella guerra alle droghe con misure del tutto differenti – quelle relative ai processi, come il numero di arresti, le quantità sequestrate, o la durezza delle pene. Questi indicatori possono dirci quanto siamo stati duri, ma non possono dirci quanto successo abbiamo avuto nel miglioramento della “salute e benessere dell’ umanità”.
2. Le politiche sulle droghe devono basarsi sui principi dei diritti umani e della salute pubblica. Dobbiamo porre un termine alla stigmatizzazione e alla emarginazione delle persone che usano certe droghe e di quelli che restano coinvolti nei livelli più bassi della coltivazione, della produzione e della distribuzione, e trattare le persone tossicodipendenti come pazienti, non come criminali.
Alcuni Principi fondamentali sono alla base di tutti gli aspetti della politica nazionale e internazionale. Sono consacrati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e in molti trattati internazionali che sono seguiti. Di particolare rilevanza per la politica sulle droghe sono il diritto alla vita, alla salute, ad un giusto processo e ad un giusto giudizio, a restare libero da tortura o trattamento crudele, inumano o degradante, di schiavitù e di discriminazione. Questi diritti sono inalienabili, e l’obbligo nei loro confronti è prioritario sugli altri accordi internazionali, incluse le convenzioni sul controllo delle droghe. Come ha dichiarato l’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navanethem Pillay: “Le persone che fanno uso di droga non perdono per questo i loro diritti umani. Con elevata frequenza, i consumatori di droga soffrono di discriminazione, sono forzati ad accettare trattamenti, vengono emarginati e spesso danneggiati dagli approcci che accentuano la criminalizzazione e la punizione minimizzando la riduzione del danno e il rispetto per i diritti umani”.
Alcune misure di salute pubblica ben sperimentate e comprovate (generalmente definite riduzione del danno, una strategia che include l’accesso alle siringhe e i trattamenti con i farmaci, sperimentati, metadone o buprenorfina ) possono limitare il rischio di morte per overdose e la trasmissione di HIV e di altre infezioni trasmissibili col sangue.
In ogni caso, i governi spesso non implementano pienamente questi interventi, preoccupati che il miglioramento della salute dei consumatori di droghe sia valutato come un messaggio troppo tollerante sulle droghe. Questo è illogico – il sacrificio della salute e del benessere di un gruppo di cittadini quando sono disponibili misure efficaci di protezione della salute è inaccettabile, e aumenta i rischi per l’intera comunità.
PRINCIPI ( seguito )
IMPATTO DELLE POLITICHE SULLA DROGA NELLA PREVALENZA RECENTE DI HIV IN CONSUMATORI DI DROGHE PER INIEZIONE
Paesi che hanno implementato in modo consistente strategie comprendenti la riduzione del danno:
Regno Unito – 2,3 %
Svizzera – 1.4 %
Germania – 2.9 %
Australia – 1.5 %
Percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di droga per iniezione.
Paesi che hanno introdotto strategie di riduzione del danno parziali, o dopo un incremento epidemico:
Stati Uniti – 15.57 %
Portogallo – 15.06 %
Malesia – 10.3 %
Francia – 12.2 %
Percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di droga per iniezione.
Paesi che si sono opposti con forza a una implementazione in larga scala delle strategie di riduzione del danno, nonostante la presenza di droghe iniettabili e di uso collettivo di siringhe:
Tailandia – 42.5 %
Russia – 37.15 %
Percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di droga per iniezione.
Quei paesi che hanno attuato precocemente politiche di riduzione del danno e di salute pubblica hanno sperimentato tassi concretamente più bassi di trasmissione di HIV fra popolazione di consumatori di droghe per iniezione. Similmente, quei paesi che hanno risposto all’aumento della prevalenza di HIV fra i consumatori di droga introducendo programmi di riduzione del danno hanno ottenuto risultati positivi nel contenimento e nell’inversione del precedente tasso di HIV. Dall’ altra parte, molti paesi che hanno fatto affidamento sulla repressione e sulla dissuasione come risposta ai crescenti tassi di trasmissione di HIV in relazione alle droghe stanno sopportando i tassi più alti HIV nella popolazione dei consumatori di droga.
Un approccio indiscriminato al “traffico di droga” è ugualmente problematico. Molte persone che prendono parte al mercato della droga sono esse stesse vittime di violenza e di intimidazioni, o sono tossicodipendenti. Un esempio di questo fenomeno sono i piccoli spacciatori che si prendono i ruoli più visibili e rischiosi nella catena della fornitura e della distribuzione. A differenza di quelli appartenenti alle organizzazioni del narcotraffico, queste persone in genere non hanno una storia di criminalità continua e violenta, e qualcuno si impiega nel traffico di droga principalmente per avere i soldi per la propria tossicodipendenza. Non possiamo considerare coloro che sono arrestati per traffico tutti ugualmente colpevoli – molti sono obbligati a quelle azioni, o sono guidati a estremi rimedi alla loro dipendenza o situazione economica. Non è opportuno punire questi individui allo stesso modo come se fossero membri dei gruppi violenti criminali organizzati che controllano il mercato.
Infine, molti paesi ancora reagiscono alle persone dipendenti da droghe con la punizione e la stigmatizzazione. In effetti, la dipendenza da droga è una complessa affezione di salute con una molteplicità di cause – sociali, psicologiche e fisiche ( comprese, per esempio, condizioni dure di vita, o una storia di trauma personale o problemi emozionali ). Cercare di trattare questa complessa malattia con le punizioni è inefficace – possono essere raggiunti successi molto migliori provvedendo ad una varietà di servizi per terapie basate sull’ evidenza. I paesi che hanno trattato i cittadini tossicodipendenti come pazienti bisognosi di una cura, invece che come delinquenti meritevoli di castigo, hanno ottenuto risultati estremamente positivi nella riduzione del crimine, nel miglioramento della salute e nel superamento delle dipendenze.
PAZIENTI E NON CRIMINALI: UN APPROCCIO PIU’ UMANO ED EFFICACE
Studio di caso numero uno: Svizzera
In risposta agli evidenti e gravi problemi di droga che si erano sviluppati nel paese negli anni ’80, la Svizzera attuò una nuova scelta di politiche e di programmi ( compresi programmi di somministrazione di eroina ), basati sulla salute pubblica invece che sulla criminalizzazione. La effettiva implementazione di tale politica ha condotto ad una drastica riduzione del numero dei tossicodipendenti da eroina così come altri vari benefici. Uno studio chiave concludeva così: “ La somministrazione di eroina ha agito sui consumatori problematici recidivi ( consumatori pesanti ) – stimati in 3000 tossicodipendenti, che rappresentano tra il 10 e il 15 % dei consumatori di eroina in Svizzera e possono costituire dal 30 al 60 % della domanda di eroina nel mercato illegale. Pesantemente compromessi sia nel traffico di droghe che in altre forme di reati, funzionavano anche come legame tra grossisti e consumatori. Quando questo gruppo di consumatori ha trovato una soluzione costante e legale per la propria dipendenza, si è ridotto il loro uso illecito di droga così come il loro bisogno di trafficare in eroina o impegnarsi in altre attività criminali.
Il programma di somministrazione di eroina ha avuto tre effetti sul mercato delle droghe:
1- Ha sostanzialmente ridotto l’uso dei consumatori più pesanti, e questa riduzione nella domanda ha influenzato i flussi di mercato. ( Per esempio, il numero dei nuovi tossicodipendenti registrato in Zurigo nel 1990 era 850. Nel 2005, il numero era sceso a 150 ).
2- Ha ridotto il livello della criminalità correlata al mercato ( per esempio, si è avuta una riduzione del 90 % dei delitti contro la proprietà commessi dai partecipanti al programma ).
3- Mancando i tossicodipendenti e gli spacciatori locali, i consumatori occasionali svizzeri hanno difficoltà a contattare i venditori.
Studio di caso numero due: Regno Unito
Le ricerche eseguite nel Regno Unito sugli effetti delle politiche reindirizzate dall’ incarcerazione ai programmi di trattamento hanno dimostrato chiaramente una riduzione della criminalità a seguito degli interventi. Oltre alle interviste, i ricercatori hanno tenuto conto in questo caso anche dei dati del registro della Polizia criminale. La ricerca mostra che il numero dei procedimenti a carico di 1476 consumatori di droghe, dagli anni precedenti all’ ingresso nel trattamento, agli anni successivi, si è ridotto del 48 %.
Studio di caso numero tre: Paesi Bassi
Di tutti i 15 paesi dell’ Unione europea, la percentuale delle persone che si iniettano eroina nei Paesi Bassi è la più bassa e non c’è alcun nuovo ingresso di consumatori problematici. L’ eroina ha perso la sua attrattiva per la maggior parte della gioventù ed è considerata come una “droga del non ritorno”. Il numero di consumatori problematici di eroina è diminuito significativamente e l’età media dei consumatori è considerevolmente aumentata. I servizi su larga scala di trattamento di bassa soglia e di riduzione del danno comprendono lo scambio di siringhe e la prescrizione di metadone e di eroina sotto strette condizioni.
Nei Paesi Bassi si è constatato come l’eroina prescritta dal medico riduca i crimini minori e i problemi di ordine pubblico, ed abbia effetti positivi sulla salute delle persone che combattono con la tossicodipendenza. Nel 2001, il numero stimato di persone dipendenti da eroina nei Paesi Bassi era 28.000 / 30.000. Nel 2008, il numero era disceso a 18.000. La popolazione olandese di consumatori di oppiacei è in corso di invecchiamento – è diminuita anche la proporzione di consumatori di oppiacei giovani ( tra i 15 e i 29 anni ) che ricevono trattamenti per tossicodipendenza.
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