10/11/09
Convegno a Firenze sui farmaci cannabinoidi / 26 settembre 2009 / Intervento di Marco Cappato
Grazie per l’invito, ma il mio sarà poco più di un saluto; c’è qui Andrea Trisciuoglio, in realtà l’intervento sarà suo. Non sono venuto qui per esprimere una posizione, in quanto la mia posizione la conoscete già: sono radicale. Ho fatto tre giorni di carcere a Manchester, in seguito ad una disobbedienza civile; lì ho manifestato con un club di acquisto di cannabis per uso terapeutico, sulla mia posizione quindi non c’è molto da discutere, e per la verità nemmeno sulla strategia da seguire: siamo qui per poter fare dei passi avanti. Non è che siccome qui molti credono (come io credo) che il proibizionismo sia il nuovo fascismo, non è che non si possa avere la sensibilità per comprendere ed unire anche persone il cui credo politico sia molto diverso. Sono venuto qui, al convegno sulla cannabis terapeutica, per portare il mio saluto come segretario dell’Associazione Luca Coscioni per due motivi;
Primo: perché siamo un’associazione radicale per la libertà di ricerca scientifica: si dovrebbe potere fare ricerca scientifica liberamente; e sono qui anche per la libertà terapeutica, che è libertà per il paziente, ma anche per il medico;
Secondo: perché l’associazione è intitolata ad un uomo che ha fatto della sua condizione di immobilità quasi totale, immobilità addirittura della parola, un elemento di forza per la sua battaglia politica. Luca Coscioni parlava attraverso un computer, e con la sua lotta politica ha trascinato decine di premi nobel nel mondo nella battaglia a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Purtroppo, e questo è un punto importante, la sua battaglia è stata conosciuta solo nel momento in cui Luca è morto. E cosa voglio dire? Voglio dire che su questi temi nessuno potrebbe sostenere un confronto televisivo (quand’anche ci fosse) su posizioni diverse dalle nostre contro Pino Cucci che dice che la sua vita dipende da questo o quel farmaco; né a Porta a Porta, né a Ballarò, né ad Annozero. Nessuno potrebbe sostenere una posizione avversa alla nostra. Gasparri si è rifiutato, ed infatti i confronti veri non si fanno perché la vera resistenza è burocratica e non politica. Questa è una lotta che si potrà fare solo passando attraverso il volto ed il corpo dei malati, portati essi stessi nel cuore della politica. Per questo la lotta radicale sulla libertà di scienza e conoscenza e sulla legalità dell’informazione portata avanti dai radicali, battaglia che è anche vostra, come è di tutti. Personalmente vi assicuro come segretario dell’associazione che siamo disposti ad assumerci responsabilità, in vostro aiuto, analoghe a quelle che ci assumemmo con il Cisal nel caso di rischi giudiziari e disobbedienze civili su questo tema. A maggior ragione un saluto a Fabrizio Pellegrini e spero che Radio Radicale possa seguire questo processo, che è un vero processo di regime autoritario. Fabrizio, proveremo a darti una mano. Come ben sai in Senato è intervenuta Donatella Poretti, oltre che al Senatore Saia, e quindi ora c’è soltanto una lotta da portare avanti e da vincere. Un saluto a tutti.
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1 commento:
Non so se Fabrizio ha la possibilità di leggere questo intervento, ma sicuramente lo informerò.
Grazie da parte sua.
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