Abbiamo visto come le rotte del
narcotraffico portino dai campi di oppio del sud dell’ Afghanistan alle coste
di Makran (sul Mar arabico poco ad est del golfo di Oman), attraverso il Pakistan; i trafficanti
trasportano eroina per un valore di circa 20 miliardi l’anno, secondo le stime
ONU. Abbiamo visto le rotte che dall’America latina portano cocaina e altro, per
via navale ed aerea, in Africa occidentale; un approfondimento, su come l’Africa
centrale sia diventata un centro di smistamento, di trattative, un punto nodale
del narcotraffico, lo si trova in un articolo pubblicato il 26 ottobre sul
Seattle Times: “L'arresto di un nigeriano per presunto contrabbando di eroina mette
in evidenza ciò che i funzionari definiscono come il problema crescente del traffico
di droga in Africa centrale. La notizia giunge da Douala, una cittadina
marittima e centro economico del Camerun: l’arrestato. 28 anni, è apparso in
tribunale a Douala, per rispondere alle accuse di traffico internazionale di
droga. Fermato dalla polizia al Douala
International Airport poco dopo l'arrivo su un volo Kenya Airways, è stato
formalmente accusato di possesso di 7 kg (15 libbre) di eroina e rischia fino a
10 anni di reclusione. Parlando a The Associated Press dalla sua cella ha negato le accuse, ha insistito che è un
ricco uomo d'affari nigeriano e che ha
volato a Bujumbura, Burundi, via Nairobi, Kenya, il 18 ottobre per visitare un
amico. "Non so che ha messo la droga nella mia borsa. Non so se è nella
mia camera d'albergo in Bujumbura che mi hanno fatto questo. Nella mia vita,
non ho mai usato droga. Non so niente di droga. Sono tornato in Camerun per
vedere uno dei miei amici, tutto qui, e ora mi trovo in tutto questo casino. E
'una trappola ", ha sostenuto. Nonostante le sue smentite, è solo uno di
un numero crescente di sospetti trafficanti di droga, secondo il pubblico
ministero e i servizi doganali e di polizia. L'arresto è l'ultimo di una serie in
costante aumento negli ultimi mesi che mostrano come il Camerun e l'Africa
centrale stiano rapidamente diventando una zona di transito e di mercato per i
cartelli della droga del Sud America, secondo il comandante della polizia di
frontiera, Biloa. C'è stato un drammatico aumento dei sequestri di cocaina ed
eroina, pari a centinaia di chili, secondo i dati della polizia di frontiera e i
servizi doganali nei porti aerei e marittimi nella regione. Si tratta di un
aumento significativo dai pochi grammi un paio di anni fa. La vicina regione
del West Africa è già un affermato punto di transito verso l'Europa per i
trafficanti sudamericani, secondo un rapporto pubblicato nel luglio da
funzionari dell'Interpol. Secondo loro si conferma che l'Africa Centrale non
solo sta rapidamente diventando un passaggio per la droga dal Sud America, ma
anche un mercato per il consumo. "Qualche decennio fa, i sequestri erano
pari a zero - dice Lawrence Tang Enow, sovrintendente Senior della polizia e
Amministratore della Formazione Interpol regionale in Camerun - Dopo qualche tempo,
abbiamo iniziato a trovare qualche grammo. Ora abbiamo una situazione in cui
l'anno scorso abbiamo sequestrato 140 chilogrammi (308 libbre), solo
all'aeroporto internazionale Douala Airport." I rapporti, basati sui dati
delle polizie doganali, mostrano una crescita di sequestri di cocaina ed eroina
e un crescente numero di arresti di spacciatori. I cartelli sudamericani e i
loro complici locali, hanno trasformato l'Africa centrale in un trampolino di
lancio per tutta la cocaina per l'Europa, sfruttando le debolezze locali, come i
i controlli carenti nei porti, gli scarsi dispositivi di controllo dei
viaggiatori e la corruzione endemica dei
servizi doganali. Nel mese di febbraio, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la
droga e il crimine, UNODC, ha stimato che il contrabbando di cocaina in Africa
occidentale e centrale genera attualmente circa 900.000 milioni dollari l'anno”.
Come dicevamo anche altre volte,
e come abbiamo visto in molte parti del mando, dalla mezzaluna d’oro asiatica
ai territori andini, emerge anche qui l’identificazione di quelli che gli Stati
Uniti chiamano king pin, cioè i cosiddetti signori della droga, con gruppi
terroristici e rivoltosi, fra narcotrafficanti e contrabbandieri di armi.
Prosegue infatti l’articolo: “Particolarmente preoccupante è il coinvolgimento
sospetto di Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) e del gruppo islamico
terrorista della Nigeria, Boko Haram, che potrebbero essere coinvolti nel
traffico per finanziare le loro attività, secondo un rapporto pubblicato lo
scorso anno dalla US Drug Enforcement Administration.
A proposito della setta islamista
Boko Haram, le agenzie riportano come due settimane fa sia stato arrestato un
membro del gruppo e come un senatore in carica, Ahmed Khalifa Zanna, e un ex
governatore della regione di Borno si gettino addosso la colpa l’un con l’altro
di averlo ospitato. Afferma il senatore, che è zio del presunto terrorista
islamico arrestato: “Non sapevo che fosse affiliato ai Boko Haram, so solo che
era un tossicodipendente”.
"Quando arriva il
narcotraffico, influenza la politica dei paesi, delle attività criminali e la
corruzione. Si tratta di un problema molto serio - ha detto Conrad Atefor
Ntsefor, funzionario Interppol presso l'Ufficio regionale per l'Africa nella
capitale del Camerun, Yaoundà”. Secondo lui, i cartelli ricchi e potenti, i cui
conti bancari a volte fanno impallidire i bilanci pubblici di alcuni paesi
africani, possono facilmente corrompere i funzionari di governo. E appunto
oltre al nesso tra narcotraffico e terrorismo, insiste nelle notizie il
continuo legame, a volte sospetto, ma più spesso acclarato, tra narcotraffico e
alti livelli della politica.
L’ Ufficio dell’ Interpol per L'Africa
centrale ha lavorato con la polizia di paesi diversi e con i servizi doganali
per unire e coordinare le strategie di intervento, rafforzare le banche dati
sui movimenti e le attività dei sospetti e incoraggiare la condivisione
tempestiva di informazioni per facilitare la cattura dei narcotrafficanti. Gli
sforzi regionali di repressione periodici vengono organizzati congiuntamente in
Africa occidentale e centrale e in America latina dall’ organo mondiale delle
dogane, dall’ UNODC e dall’Interpol. Tra novembre e dicembre 2011, una sola
operazione, messa in scena in 25 aeroporti in West-Africa centrale e in
Brasile, ha portato all'arresto di circa 50 indagati, il sequestro di oltre 500
chilogrammi di cocaina, eroina, anfetamine, pistole, medicinali contraffatti,
avorio e oltre 3,2 milioni di dollari in contanti.
Su All Africa del 9 novembre, è uscito un articolo che riguarda
il crescente consumo di droghe, in Tanzania. Nel paese è aumentato il numero di
persone che utilizzano siringhe, Dar es Salaam da sola ha raggiunto un record
di 15.000; il segretario di Stato presso l'Ufficio del Primo Ministro, William
Lukuvi, ha parlato in conferenza stampa delle tendenze attuali; Lukuvi ha detto
che una ricerca condotta nel 2011 ha dimostrato come l'abuso di droga sia aumentato,
insieme al rischio di contrarre l'HIV / AIDS. Ha detto che dalla ricerca è
emerso che 51,7 per cento dei tossicodipendenti che fanno uso di siringhe sono
risultati sieropositivi, costringendo il governo a intensificare gli sforzi
nella lotta contro il vizio. Nonostante gli sforzi del governo
per porre fine alla piaga, il signor Lukuvi ha osservato che il paese non ha
leggi che scoraggino gli spacciatori di droga, notando che il suo ministero
prevede di presentare un progetto di legge in Parlamento nel tentativo di
rafforzare la guerra contro la droga. "Le leggi esistenti sono troppo
deboli per affrontare il problema, visto che il business è redditizio, abbiamo
bisogno di leggi che impongano pene severe e di farla finita di multare persone
che vendono la droga ", ha detto Lukuvi. Ha aggiunto che un chilo di
cocaina ed eroina sul mercato della Tanzania costano la metà che in Sud Africa
e un terzo che negli Stati Uniti. Il ministro ha anche detto che la quantità di
cocaina sequestrata è aumentato da 63 kg nel 2010 a 126 nel 2011, con un
incremento del 100 per cento, il che dimostra che le agenzie antidroga sono
diventati più vigili. I sequestri dello scorso anno dimostrano che il traffico
di droga è aumentato anche nel paese, aggiungendo che la quantità di cocaina ed
eroina sequestrata nel 2011 è aumentata di dieci volte rispetto agli ultimi 10
anni. "Per esempio, nel 2001, ci fu
un totale di 412 sospetti, arrestati con 8 chili di cocaina, rispetto ai 20
sospetti arrestati nel 2011 con 264 chilogrammi di cocaina. " L’unità che dirigo per la
lotta contro la droga è come se fosse senza denti, stiamo pensando di avere un
organo più potente che ci possa consentire di intensificare la lotta", ha detto
Lukuvi, aggiungendo che è difficile vincere la lotta contro l'abuso di droga e il
traffico di droga con l'aiuto dell’opinione pubblica.
Un approccio del tutto
proibizionista ed autoritario quindi; anche se i numeri del suo paese
dovrebbero farlo riflettere, perchè il 51,7 di tossicodipendenti affetti da HIV
è una percentuale disastrosa, tipica dei paesi che hanno adottato un approccio
poliziesco e giudiziario nei confronti della tossicodipendenza, per una serie
di motivi che sono ben espressi nel secondo rapporto della Global Commission. Intitolato
appunto, “Come le politiche sulle droghe incrementano la pandemia di HIV e AIDS”;
evidenza che salta agli occhi proprio nel continente africano.
Una segnalazione, infine:
digitando War on drugs e Africa alla ricerca delle agenzie ho trovato numerose
recensioni del libro uscito, anche in Italia, a ottobre, Africa and the war on
drugs, di Neil Carriers, antropologo e accademico di studi africani, e Gernot Klantsgnig,
dell’ Università di Nottingham per gli studi politici. Il libro affronta il
tema di come i terroristi islamici, con interessi nel traffico di cocaina, abbiano
preso il sopravvento nord del Mali. Alimentati da narco-dollari, stanno
minacciando di produrre ulteriore caos ulteriormente. I due autori, entrambi
docenti universitari con una vasta esperienza nella ricerca sul traffico di
droga in Africa orientale e occidentale, rispettivamente, discutono una vasta
gamma di questioni pertinenti provenienti da diverse parti dell'Africa
sub-sahariana in 138 pagine di testo. Un approccio polemico, nei loro intenti.
Il suo obiettivo dichiarato è la guerra alla droga, che ha avuto inizio quando
il presidente Richard Nixon ha dichiarato "guerra totale" in America
"al nemico pubblico numero uno", nel 1972. La guerra alla droga
condotta dai successivi governi degli Stati Uniti, per 40 anni, non è riuscita
a eliminare il consumo di droga negli Stati Uniti. Distruggere la produzione di
droga in una zona spinge semplicemente il prezzo delle droghe sui mercati del
consumo, creando così maggiori profitti per i rivenditori. L'interruzione di un
percorso di alimentazione induce gli operatori a trovarne una nuova. Producendo
l’effetto, forse il più dannoso, di spingere le élites al potere in alcuni
Stati a sviluppare stretti legami con criminali; attraverso la guerra alla
droga i trafficanti di droga fanno causa comune con i politici.
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