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I giornalisti, si sa, scrivono per lavoro e non per
passione, così non si si potrà mai sapere se un brutto articolo sia frutto di
una idiozia congenita o della difficoltà di inventarsi un cervello che non si ha.
La premessa è d'obbligo per parlare di un articolo uscito ieri su Tempi, a firma Alfredo Mantovano, dal titolo: "Uruguay? No
grazie. L’idea della cannabis di Stato è uno sballo solo per chi è rimasto agli
anni Settanta".
I bersagli dell'attacco sono le dichiarazioni
della Ministro Bonino e l'iter parlamentare di un disegno di legge proposto
dall' On.Farina (SEL); su questo non c'è nulla da rispondere, perché
fortunatamente Mantovano è del tutto ininfluente sulle scelte dei Ministri e
sulle attività legislative del Parlamento.
Purtroppo però gli argomenti che Mantovano mette in
campo sono molto ipocriti e arruffati e devono essere smentiti.
Per dimostrare che nessuna differenza esiste tra
droghe pesanti e cannabis, spara intanto una cifra iperbolica: “il Thc … è oggi venti volte superiore che negli
spinelli di un quarto di secolo fa”, una cosa ridicola, come tutti sanno, dato
che 25 anni fa il Thc medio oscillava intorno al 7/8 %, con punte fino al 15 %,
che, moltiplicate per 20, sfidano la matematica. Fosse anche stato, il Thc
medio, tra il 3/4 %, una pianta che produca cime all’80 % di Thc ancora non si è
mai vista sulla faccia della terra. Ma per Mantovano, l’argomento è chiuso, trattasi
di autodistruzione, tal quale la canna al buco in vena.
Dove dà il meglio però è nell’argomento successivo,
basato sempre sulla errata premessa che fumare canapa voglia dire autodistruggersi;
il paragone di Mantovano è ardito, arrampicato su altissimi specchi - è giusto
che lo Stato si impicci dei fatti privati dei cittadini e li tuteli da se
stessi, come nel caso del casco obbligatorio - un paragone che fa acqua, e
confonde un obbligo, di indossare dispositivi
di sicurezza, con una proibizione; a sentire lui, lo Stato dovrebbe
proibire di mangiare troppa cioccolata, di fare una vita sedentaria, e magari
controllare che le luci nelle case siano distribuite a norma.
Non è ancora il sabato fascista, ma ci siamo quasi.
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