Sono in tanti, a dichiararsi contrari ad ogni
forma di legalizzazione, a dare per acquisito che fumare canapa faccia venire “buchi
nel cervello”, ecc. ecc.; però, quando c' è da
sostenere in pubblico un contraddittorio, magicamente si dileguano quasi tutti.
Così, al liceo scientifico Morin di Mestre, stamani 25 marzo, mi sono trovata
da sola, in cattedra, di fronte a qualche centinaio di ragazzi, a sostenere un
incontro organizzato dagli studenti in uno di quei momenti di autogestione che
tanti anni fa combattemmo duramente per ottenere e che oggi sono diventati scontati e di
routine.
I ragazzi hanno
introdotto il tema con due video, uno realizzato da loro, cosa lodevole, che
alternava spezzoni di film e interviste; nei primi minuti, ahimé, c' era
una battuta a sfondo sessuale, e una insegnante dal fondo ha cominciato ad
urlare istericamente raggelando l' atmosfera, ha ordinato l' interruzione del video ed è andata a
chiamare il preside.
Nell' attesa,
siamo andati avanti, una introduzione con una breve storia della war on drugs,
obiettivi, mezzi, strumenti, risultati; i recenti fermenti di legalizzazione, Global
Commission, Washington, Colorado, Uruguay; comparazioni e dati.
Le domande sono
arrivate, numerose, e piano piano l' atmosfera si è sciolta, la
comunicazione è tornata a fluire, e il contraddittorio me l' hanno fatto gli studenti stessi, dialogando
fra di sé e con me. Un ottimo intervento liberale del preside, arrivato alla
fine delle prime due ore, ha rischiarato il viso e gli orizzonti degli
organizzatori: la democrazia richiede attenzione e ascolto di tutte le opinioni,
e l' informazione è
necessaria per formarsi un' idea
propria.
Nelle seconde due ore
sono arrivati gli studenti più grandi, 16/18, e abbiamo ripetuto senza passare
dal video, ormai definitivamente censurato; introduzione, domande. La legalizzazione
aumenta il consumo? E' vera la teoria del passaggio? A che
serve mantenere il divieto ai minori, se invece i minori consumano? E così via.
Negli anni, dal primo
incontro del 2008 nell' università di Perugia,
sono ormai decine gli istituti nei quali sono stata invitata, come sociologa e
come segretaria della associazione radicale antiproibizionisti, a incontri,
dibattiti, convegni; e migliaia, forse decine di migliaia, i ragazzi ai quali
ho cercato di trasmettere desiderio di conoscenza, superamento delle frasi
fatte, bisogno di approfondire.
Grazie agli amici di
Veneto Radicale, Franco Fois, Alessandro Pomes, Carmen Sorrentino, coniugi Palma
Zoccolan, e alla prossima.
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