16/07/10










Il 12 luglio, dopo otto giorni di Camera di Consiglio, e 5 anni di processo, il capo dei ROS, generale Ganzer, è stato condannato a 14 anni di carcere per “irregolarità” che rientrano nei capi di imputazione di traffico di stupefacenti e peculato.

Per motivi di carriera, visibilità e prestigio, la squadra di Ganzer avrebbe derogato oltre il limite del consentito alle leggi vigenti, acquistando, detenendo, comprando droga, e in particolare cocaina colombiana, con troppa leggerezza e qualche guadagno.

La sentenza ha visto reazioni opposte; da una parte un popolo inferocito dalla fredda e ottusa pervicacia dello Stato e delle forze dell’ ordine nel perseguire i cittadini qualsiasi per pochi grammi di canapa si è prodotto in battute e schiamazzi per la gioia di vedere un caporione in divisa condannato per spaccio, dall’altra ministri e autorevoli uomini delle istituzioni hanno rinnovato la fiducia a Ganzer e alla sua rivendicazione di un metodo di lavoro.

“La corruzione o l'uso di metodi discutibili da parte delle forze di polizia e della politica è uno degli aspetti più comuni e devastanti del proibizionismo. Succedeva durante il proibizionismo sull'alcool negli anni 1920 negli Stati Uniti, succede oggi in tutto il mondo sulle droghe”, scrive il sito dell’ ADUC, la miglior fonte, per informazione e correttezza, delle notizie sulle droghe, in Italia. Ed ha ragione.

Vorrei però pure sottolineare come sarebbe necessario anche fare il conto di quanto ci è costato, in euro, l’insieme delle operazioni di Ganzer e del processo a Ganzer; poi rivolgere un pensiero alle decine di migliaia di carcerati per reati di droga, spesso per pochi grammi: detenuti in carceri per le quali non si trovano soldi neanche per la carta igienica.

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