Una festa di massa viene mal gestita e ci sono decine di morti? E' colpa della droga (e della musica).
La musica di Giovanardi è cupa e ripetitiva. Non ci ha risparmiato neanche in occasione dell' inchiesta milanese che vede coinvolti in questi giorni vip, gestori di locali, portando al sequestro di due famosissime discoteche frequentate dai vip, lo Hollywood e il The Club, e agli arresti domiciliari cinque persone, tra cui Rodolfo Citterio, membro della Commissione comunale di vigilanza sui locali, da cui dipendono licenze e permessi per aprire un’attività.
E qui il nostro ha fatto un bel distinguo: una cosa sono i consumatori, “da curare”; "un conto è avere un problema, una malattia o un vizio, cioè essere succubi della droga, quindi essere in una situazione di dipendenza", e già qui sbaglia, perché un consumatore non è per forza malato, viziato e succube, il famigerato consumatore zombie che popola i suoi sogni. Sarebbe come dire che chi beve due bicchieri di vino in compagnia è un alcolizzato.
Ben altra cosa, ha proseguito Giovanardi, è il comportamento di chi va in televisione a "incitare i giovani a usare la cocaina, sostenendo che abbia delle proprietà terapeutiche"; si riferisce a Morgan, colpevole di non aver seguito la moda della negazione che va per la maggiore ( Mele, Marrazzo, Zaccai, ecc.ecc. ) e di aver fatto una dichiarazione sincera alle telecamere su un suo fatto personale.
"Quindi da una parte abbiamo una persona che va aiutata, mentre dall’altra parte abbiamo una persona che assume atteggiamenti che rischiano diffondere il problema”.
Dunque l' Italia vanta un sottosegretario con delega alle politiche sulle droghe che non sa distinguere fra consumo e abuso/dipendenza, che preferisce l'ipocrisia al dibattito.
A diffondere il problema, del resto, non importa che ci pensi Morgan, c'è già un sistema globale di grande successo che attraverso il proibizionismo gestisce un giro d'affari sempre in salita e sparge violenza e corruzione in tutto l'orbe terracqueo.
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