16/09/11
Grazie, Serpelloni.
La migliore arma dell’antiproibizionismo italiano si chiama Serpelloni; insieme a Giovanardi, sta dando una immagine molto negativa delle politiche che sostengono e dei metodi che usano. I loro comunicati evidenziano una assoluta discrepanza fra ciò che predicano da un giorno all’altro.
Nel patetico tentativo di difendere l’indifendibile “legge” Fini-Giovanardi stanno portando alla logica attacchi continui, oggi è stata la volta di Serpelloni cimentarsi nella negazione dell’evidenza. La frase, detta, e scritta, da Vasco Rossi, “Chi sostiene il proibizionismo sostiene, di fatto, gli interessi della Mafia e della malavita” è una affermazione forte, tanto più che scaturisce dall’evidenza, quale sta sotto gli occhi di tutti, dal più potente al più povero; scritta dal popolare cantante assume un rilievo mediatico che il DPA non poteva negare. Non è facile riuscire a confutarla, ma, soprattutto, perchè confutarla? Perchè difenderle, queste mafie del mondo, attribuendo le colpe e le responsabilità del loro prosperare proprio alle loro vittime?
Serpelloni distingue tra consumatori di droghe leggere e pesanti, in questo contraddicendosi la prima volta, visto che la Fini Giovanardi ha reintrodotto l’equiparazione tra, per esempio, eroina e cannabis; e attribuisce gradi di responsabilità diverse ai consumatori, a seconda della sostanza che usano. “Chi è dipendente da cocaina o eroina” vive una situazione ben diversa, dice Serpelloni, di chi acquista cannabis “per il proprio piacere personale”; qui si contraddice perchè fino a ieri veniva propagandata la “tossicodipendenza da cannabis”, mentre ora si accenna a una bella diversità tra la dipendenza e la soddisfazione di un proprio piacere personale.
Ma è il consumatore di cannabis, specificamente, che viene additato come primo responsabile della prosperità mafiosa; è lui, “che compra droga dai suoi spacciatori fornendo loro direttamente quel denaro che alimenta proprio le organizzazioni criminali”; è lui che “finanzia le mafie!”; è lui che, acquistando “anche una piccola dose di cannabis e derivati, o di qualsiasi altra droga, per il proprio piacere personale finanzia la violenza e il malaffare delle organizzazioni criminali e del terrorismo”.
Tanto i consumatori di canapa lo sanno, tutto questo, che in gran parte preferirebbero costituirsi in social club, o in produttori registrati, o in coltivatori domestici, legali e tassabili, invece che essere costretti a finanziare il marketing proibizionista; ma Serpelloni ha già pronta la replica per i fautori dell’ autocoltivazione, che pure toglierebbe una parte di guadagni al narcotraffico, libererebbe ingenti risorse impegnate nella repressione poliziesca, giudiziaria e carceraria (coltivare anche una sola pianta di canapa è reato penale, pur essendo il consumo personale un reato “solo” amministrativo, da referendum radicale del 1993), oltre a permettere un regolare controllo e conteggio sul prodotto venduto.
La replica è una domanda, che è un invito a correre: “La cannabis è una sostanza sicuramente tossica (o vogliamo discutere anche su questa evidenza scientifica?)”
Sì, Dottor Serpelloni, ne vogliamo discutere; la dose letale della cannabis è da 20000 a 40000 volte la dose normale, mentre per il caffé la dose letale è tra le 100 e le 150 volte la dose normale, per esempio, e il Valium ha una dose letale pari a 7 volte la dose normale. Discutiamone, allora.
E discutiamo anche di questa altra ridicola affermazione: “La legalizzazione porterebbe solo ad un aumento dei consumi cosi come ampiamente dimostrato per l’alcol e il tabacco”. No, Dottor Serpelloni, l’ esperimento americano sull’alcol di ottanta anni fa è una classica dimostrazione dell’opposto, e l’impennata sui consumi di alcol da parte dei giovani deriva esattamente dalla mancanza di informazione corretta e dai vari lacci che sono stati messi al commercio peraltro legale degli alcolici. Dovunque, nella geografia e nella storia, una sostanza sia stata sottoposta a proibizionI, questo ne ha aumentato la domanda e i prezzi.
Grazie, DPA! Con tali penose menzogne siete la miglior dimostrazione della pochezza delle vostre politiche.
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