E dove Giovanardi e Serpelloni non arrivano, giunge in soccorso la professoressa ELISABETTA BERTOL. Vasco Rossi, insieme ad un movimento popolare crescente, rischiano di stravolgere tutti i fondamenti delle politiche del DPA negli ultimi anni; la Signora Tossicologa non trova di meglio che vecchi libri, correlazioni che non reggono (visto che i test rilevano l’uso anche di settimane prima, l’unica cosa dimostrata è che una certa percentuale di persone ha fatto uso di cannabis precedentemente e indipendentemente, fino a prova contraria, da incidenti di vario tipo), e ancora di nuovo il vecchio argomento-bidone, “che oltre il 95 % dei td da eroina o cocaina in trattamento hanno iniziato il loro percorso di malattia proprio con la Cannabis” … argomenti inesistenti, non scientifici, di comprovata falsità.
Sui fantomatici ed isolati studi attestanti la pericolosità neurologica o psicologica, appare ovvio che se si prende a campione una popolazione adolescenziale che fa un uso problematico di cannabis (associata ad altre sostanze e in dose massiccia) si trovano alterazioni; peccato però per gli esperti del DPA, e per noi cittadini, che proprio quegli usi problematici siano in netto calo ovunque si sia riusciti a sperimentare, in barba a loro, politiche di decriminalizzazione e legalizzazione.
Serve la contestazione dell’argomento “cannabis porta di ingresso per droghe pesanti”?
1 – la correlazione non dimostra il contrario (cioè il fatto che il 95% dei td abbiano fatto uso di cannabis non dimostra che dalla cannabis si passi alle droghe pesanti)
2 – la correlazione sta nei due mercati che sono mantenuti contigui dal proibizionismo e dalle leggi che non distinguono tra droghe e cannabis
3 – la correlazione si può trovare anche con le sigarette (il 95% e più dei td ha fatto uso precedentemente alla tossicodipendenza, di sigarette e/o alcool e/o caffé ecc., fino a risalire alla cioccolata e all’estaté).
Con tutti i milioni di parole inutili che vengono pubblicati ogni giorno, l’ultima cosa di cui dolersi è se un cantante famoso, come Vasco Rossi, decide autonomamente di rivelarsi ai suoi fans in una serie di post e di clippini su facebook; se proprio non lo si sopporta, basterà non leggerlo.
Ma poteva il DPA sfuggire questa occasione per dimostrare la sua abissale distanza dal mondo reale? No, ovviamente.
Quindi si è lanciato in una campagna di discredito dalla quale non può uscire che perdente; e tanto si deve essere innervosito che ha usato argomenti più miseri del solito; anche perchè non ne ha altri.
Serpelloni si è improvvisato veggente, leggendo negli occhi di Vasco “la profonda sofferenza e la grave difficoltà che fortemente trasparivano dallo sguardo e dai confusi ragionamenti”; visto che la lettura dello sguardo non è una scienza ufficiale potremmo anche noi tutti scrivere ciò che leggiamo negli occhi di Serpelloni e Giovanardi, ma vorremmo ancora restare a piede libero, e non lo scriviamo.
Giovanardi non ha trovato di meglio che ripetere l’assioma logicamente errato che striscia sotto ogni sua dichiarazione “questo flagello, che sicuramente aumenterebbe a dismisura se, come Rossi in maniera sprovveduta suggerisce, si passasse alla legalizzazione dell’uso delle sostanze”. Ora, si dà il caso che “il flagello” sta aumentando a dismisura da 50 anni, cioè proprio da quando la Convenzione Unica sui Narcotici ha dato il via a tutte quelle folli strategie proibizioniste che dopo aver invaso le città di tossicodipendenti hanno insanguinato mezzo mondo, arricchendo e finanziando la criminalità organizzata, come già era stato evidentemente dimostrato dall’esperimento americano del proibizionismo sull’alcool. Si dà il caso che, laddove si è riusciti a tentare sperimentazioni di parziale legalizzazione e decriminalizzazione siano diminuiti tossicodipendenze e uso problematico, si dà il caso che anche agli occhi di un bambino di diciotto mesi appare ovvio che ciò che è proibito piace di più, e che solo lo spietato marketing, perchè di questo si tratta, della criminale collusione tra politica e mafie poteva riuscire, ed è riuscito, a invadere il mondo di tossicodipendenti e consumatori problematici.
Ora l’arrampicamento sugli specchi della Signora Tossicologa evidenzia la povertà assoluta di logica e di forza degli argomenti; hanno, dalla loro parte, solo tanta arroganza.
E’ una vergogna, fra le tante, tutta italiana, avere simili personaggi addetti alle politiche sulle droghe, dei quali non si può sapere se è più l’ignoranza o la malafede.
Claudia Sterzi
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