23/07/11

Global Commission - Raccomandazioni 4 e 5 / Analisi delle tracce

Rapporto della Commissione Globale
Raccomandazioni 4 E 5


4 - Stabilire migliori misuratori, indicatori e obiettivi per valutare i progressi.



Il metodo corrente per misurare il successo delle politiche sulla droga è fondamentalmente sbagliato. Gli effetti della maggior parte delle strategie sulla droga, oggi, si valuta dal livello di coltivazioni eradicate, arresti, sequestri e punizioni applicate ai consumatori, coltivatori e trafficanti. In realtà, arrestare e punire i consumatori ha poco effetto sulla riduzione del consumo di droga, togliere di mezzo i piccoli spacciatori semplicemente crea una opportunità di mercato per altri, e anche le più grandi e efficaci operazioni contro la criminalità organizzata (che prendono anni per essere pianificate e portate a termine), hanno dimostrato di avere, al massimo, un impatto marginale ed effimero nei prezzi e nella disponibilità di droga. Nello stesso modo, l'eradicazione delle coltivazioni di oppio, canapa o coca semplicemente delocalizza le coltivazioni illecite in altre aree.


C'è necessità di una nuova serie di indicatori per mostrare in modo veritiero i risultati delle politiche sulle droghe, secondo i suoi danni e benefici per gli individui e le comunità - per esempio, il numero di vittime di violenza e intimidazione in relazione al mercato di droga; il livello di corruzione generato dal mercato di droga; il livello della microcriminalità commessa da tossicodipendenti; il livello di sviluppo sociale ed economico nelle comunità dove sono concentrati produzione, vendita o consumo di droga; il livello di tossicodipendenza nelle comunità; il livello di morti per overdose; e il livello di HIV o epatiti C o infezioni fra i consumatori di droga. Gli uomini politici possono e devono articolare e misurare il risultato con questi obiettivi.


La spesa di risorse pubbliche quindi dovrebbe essere concentrata in attività che possano dimostrare di avere un effetto positivo per questi obiettivi. Nelle circostanze attuali, nella maggior parte dei paesi, questo significa incrementare gli investimenti in programmi sanitari e sociali, e concentrare maggiormente il ricorso alla applicazione della legge sulla violenza e sulla corruzione associate con i mercati di droga. In tempi di austerità fiscale, non possiamo permetterci di mantenere investimenti multimiliardari che hanno un valore in gran parte simbolico.


5 - Contestare, invece che rinforzare, i luoghi comuni sul mercato e sull' uso di droga.


Attualmente, troppi politici sostengono l' idea che tutti coloro che usano droga sono "tossicodipendenti senza morale", e tutti quelli che sono coinvolti nel traffico di droga sono spietate menti criminali. La realtà è molto più complessa. L' ONU ha prudentemente stimato che attualmente ci sono 250 milioni di consumatori di droghe illegali nel mondo, e che ce ne sono altri milioni coinvolti nella coltivazione, produzione e distribuzione. Semplicemente non possiamo trattarli tutti come criminali. In una certa misura, la riluttanza dei politici a riconoscere tale complessità trova radici nella loro adesione ai luoghi comuni su questi argomenti.


Molti cittadini normali hanno un genuino timore dell' impatto negativo del mercato di droga illegale, o del comportamento dei tossicodipendenti, o drogati, di droghe illecite. Questa paura si fonda su alcuni pregiudizi generalizzati su consumatori di droghe e mercato delle droghe e su questi il governo e gli esperti della società civile devono indirizzarsi, per rafforzare la consapevolezza su alcuni aspetti comprovati ( ma in gran parte non riconosciuti). Per esempio:


° La maggior parte delle persone che consumano droghe non corrisponde allo stereotipo di tossicodipendente senza morale o a rischio. Dei 250 milioni di consumatori stimati nel mondo, le Nazioni Unite calcolano che meno del dieci per cento possano essere classificati come tossicodipendenti o come consumatori problematici.


° Moltissime persone coinvolte nella coltivazione illecita di coca, papavero da oppio, o canapa sono piccoli contadini costretti a farlo per mantenere la famiglia. Opportunità alternative di sostentamento sarebbero un miglior investimento, piuttosto che distruggere ogni loro possibile mezzo di sopravvivenza.


° I fattori che influenzano la decisione individuale di iniziare ad usare droghe hanno molto più a che fare con la moda, l'influenza dei coetanei e il contesto sociale ed economico che con le leggi in vigore, il livello di rischio della detenzione, o i messaggi di prevenzione dei governi.


° I fattori che contribuiscono allo sviluppo di modelli di uso problematici o dipendenti hanno più a che vedere con traumi o negligenze nell'infanzia, condizioni di vita dure, marginalizzazione sociale e problemi caratteriali che con la debolezza morale o con l' edonismo.


° Non è possibile tirar fuori nessuno da una tossicodipendenza di forza o con le punizioni, piuttosto con l'adeguato tipo di trattamento, basato sull' evidenza, i tossicodipendenti possono cambiare il loro comportamento ed essere membri attivi e produttivi della società.


° Molte persone coinvolte nel traffico di droga sono piccoli spacciatori e non gli stereotipati gansters dei film - la maggior parte delle persone incarcerate per traffico o spaccio sono "pesci piccoli" nelle operazioni (spesso costretti trasportare o a vendere droga), che facilmente vengono rimpiazzati senza interruzioni nella somministrazione.


Un dibattito politico e pubblico più maturo ed equilibrato può aiutare a far crescere la consapevolezza e la comprensione. Nello specifico, dando voce ai rappresentanti dei coltivatori, consumatori, famiglie e altri gruppi colpiti dal consumo di droga e dalla dipendenza, si può contribuire a controbattere ai miti e ai malintesi.

Analisi delle tracce


Particolarmente interessante, per l'attuale dibattito politico antiproibizionista in Italia, è la traccia che lega strettamente, quasi paragrafo per paragrafo, l'aspetto economico e quello sociale; le interdipendenze tra i due livelli risultano non tanto da una esatta messa a fuoco dei due, ma attraverso il continuo accostamento dei riflessi che l'uno ha sull' altro e viceversa. Ad ogni sperpero e spreco multimiliardario, dilapidato nella War on drug, corrisponde una devastazione sociale che tocca in primo luogo gli ultimi della popolazione, i piccoli agricoltori, i piccoli spacciatori, le loro famiglie; e questa è un'altra traccia che si ritrova in molti punti, l'attenzione agli ultimi delle catene del mercato della droga, da una parte le famiglie contadine sulle Ande, dall'altra il tossicodipendente metropolitano. Una attenzione forse populista ma che rende ben conto del disagio globale prodotto da cinquanta anni di errore e della necessità e urgenza di una riforma.
Può sembrare, agli occidentali, dell' occidente benestante, che quel richiamo al modello di membro attivo e produttivo della società sia un po' ingenuo, data la fisiologia della devianza nelle società moderne; si tratta di uno scettiscismo di ritorno circa la possibilità di cambiamento e di rivoluzione, contrastato dall' affermazione che sigilla la sintesi del documento, "Ahora es el tiempo de actuar"; oltre lo scetticismo, e il cinismo, pesa, forse, anche la mancata conoscenza concreta e diretta del livello di degrado che la War on drug ha prodotto.
L' indipendenza dei governi, un'altra traccia, viene richiamata, oltre che dalla forte accusa di imperialismo sulle politiche antidroga portata direttamente agli Stati Uniti e all'ONU, dall' insistenza sulle variabili tra paesi, a seconda che sia prevalente l'uso, la produzione, e/o il traffico di droga, sia in base a particolarità del tutto specifiche; questa differenza viene sottolineata in funzione di incoraggiamento nella sperimentazione locale e differenziata di politiche sulle droghe, adattata alle evidenze specifiche geografiche e sociali, senza dover sottostare a severe autorizzazioni da enti di controllo sovranazionali. La traccia dell' attenzione alle evidenze, che nella metodologia delle scienze umane hanno un rilievo pari all'esperimento scientifico, dimostra lo sforzo di contributo alla formazione di una documentazione realmente seria e scientifica, che faccia emergere come le risorse impiegate per pesare i chili di droga sequestrata o per cospargere di ddt vaste aree integrali del globo potrebbero essere molto più convenientemente impiegate, con un parallelo indubbio vantaggio sociale, nella cura delle radici delle tossicodipendenze e dei consumi problematici, che è quanto tutti vogliono, a parole, ottenere.
Il linguaggio, oltre che semplice e pulito, fa intravedere una grande cautela e prudenza, e molto impegno nel perfezionamento del rapporto; si sente la necessità di essere più il possibile inattaccabili dalle armi che il proibizionismo mette in camppo, sempre uguali, da decenni; pur con molta determinazione nel presentare e sostenere le tesi esposte, la richiesta di permettere la sperimentazione di politiche alternative che abbiano dimostrato effetti positivi sulle dipendenze e sui consumi problematici, è minimale rispetto alla documentazione prodotta; ai politici e all' opinione pubblica viene semplicemente chiesto di arrendersi all'evidenza.

Nessun commento: