30/07/11
DEPENALIZZARE e INFORMARE - Ora è il tempo di agire.
L' ascolto del recente Convegno, dal titolo "Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano", promosso dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, sotto l'Alto patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Senato della Repubblica, ha riacceso le speranze di tante persone e famiglie che vivono, in prima persona o di riflesso, il disagio e la vergogna degli istituti penitenziari italiani.
Sono risuonate di frequente le parole "depenalizzare", "depenitenziarizzazione", accolte come una luce in fondo al tunnel da tutta quella parte di carcerati che sono carcerati per uso personale di droga, piccolo spaccio, tossicodipendenza, coltivazione. Quattro categorie di reati che non prevedono vittime.
L' uso personale è un reato amministrativo, che non dovrebbe comportare detenzione, nella realtà succede che sia la lunghezza delle analisi per stabilire il principio attivo contenuto, in base al quale si determina la differenza fra consumo e spaccio, sia la ottusità da parte del legislatore e delle direttive che arrivano dal DPA, portano in carcere persone, spesso molto giovani, che magari hanno fatto un acquisto un po' più consistente per non dover scendere tutte le sere in piazza, o perchè sono incaricati da un "gruppo di acquisto" di amici, cosa evidentemente ben diversa dallo spaccio.
Il piccolo spacciatore di frequente è un extracomunitario, clandestino e in condizioni economiche disagiate se non disperate, assoldato dalle mafie del narcotraffico per compiere il lavoro sporco e più a rischio; altra frequente eventualità, è un tossicodipendente che vende per guadagnarsi la dose, sfruttato dalle stesse mafie del narcotraffico. Comminare le stesse pene a chi spaccia per sopravvivere e a criminali in malafede, che si arricchiscono sulla pelle degli altri, non è giustizia.
Il tossicodipendente è a tutti gli effetti un malato, e come tale va curato, non certo in galera, ma in strutture apposite, che agiscano con metodi efficaci e che rispondano ai criteri del rispetto dei diritti umani, sottoposte al controllo delle autorità, come lo sono le carceri.
La coltivazione per uso domestico attiene ai costumi privati e il fatto che, a differenza dell'uso personale, abbia rilievo penale, è un assurdo giuridico oltre che per il buonsenso. Sbattere in prigione, come accade, persone che coltivano sul proprio balcone o nel proprio orto alcune piante di canapa non è certamente giustizia.
Gli esperimenti finora condotti in alcuni paesi, di regolamentazione e legalizzazione dei mercati delle droghe illegali, hanno invariabilmente dato come risultato una diminuzione certa del consumo problematico e delle tossicodipendenze, che è l'obiettivo al quale tutti coloro che hanno caro il benessere sanitario e sociale aspirano; queste le conclusioni alle quali il rapporto della Global Commission, un organismo che ha tra i suoi membri Kofi Annan, Fernando Henrique Cardoso, Javier Solana, Mario Vargas Llosa e altri, presentato a giugno, è arrivato, basandosi sullo studio di una ricca bibliografia scientifica e sui dati dell' ONU.
Di fronte al richiamo che da tante autorevoli voci è venuto, dalla Global Commission fino alle più recenti, espresse in Italia nel corso del Convegno, in favore di una decriminalizzazione progressiva dei reati "di droga", è necessario dare loro forza, con iniziative di lotta nonviolenta.
Da parte mia, e nel mio piccolo, inizierò oggi, 31 luglio 2011, una iniziativa nonviolenta di sciopero della fame con l'obiettivo di portare fuori dal carcere consumatori, piccoli spacciatori, tossicodipendenti e coltivatori, rivolta ai due firmatari della cosiddetta legge Fini-Giovanardi, il Presidente della Camera Gianfranco Fini, quindi, e il sottosegretario con delega alle politiche sulle droghe, Carlo Giovanardi.
Claudia Sterzi, Comitato Nazionale di Radicali Italiani
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1 commento:
sono completamente d'accordo tutti i paesi che hanno depenalizzato o legalizzato hanno il minor numero di tossicodipendenti il proibizionismo uccide danneggia gravemente la salute e gonfia il portafoglio della mafia che poi corrompono i politici un fiume di denaro che se investito bene potrebbe salvare molte vite e risolvere tanti problemi
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