14/07/11

La prima raccomandazione della Global Commission e APPELLO AGLI ANTIPROIBIZIONISTI ITALIANI :)

La prima raccomandazione, qui sotto riportata, delle 11 contenute nel documento che la Global Commission ha sottoposto all'attenzione mondiale una quarantina di giorni fa, riassume efficacemente alcune tracce ricorrenti nel rapporto. In un linguaggio semplice e ripulito dal cerimoniale, che ricorda i documenti prodotti dai governi africani, nella sua ingenuità politica amalgamata con una grande padronanza delle scienze umane, il documento insiste sulla evidenza che la strategia War on drugs si è dimostrata dannosa, oltre che inefficace, rispetto agli obiettivi, sulla necessità di considerare i problemi sanitari oltre che quelli di repressione del crimine, sulla condanna agli USA e agli enti sovranazionali per il loro imperialismo nella questione e sull' appello ai leaders politici e ai personaggi pubblici perchè escano allo scoperto, ponendo fine all'ipocrisia e al tabù, verso un auspicabile dibattito pubblico.

Nello squallore dei postumi della sbornia dei soldati della War on drug, una lobby dell' oppio illegale, collusa con il traffico di armi, droga, donne e bambini schiavi, con una subcultura fascista e mafiosa, con un mondo politico e militare corrotto, che ha prodotto una devastazione totale, ci sono segnali che questo dibattito si sia aperto, grazie certo alla Global Commission, ma grazie anche ai tempi che sono maturi per un cambiamento ( La Convenzione Unica sulle Droghe compie 50 anni e necessita di una ordinaria riforma ) e a tutti i movimenti sia pubblici che clandestini, di autorevoli scienziati e consumatori pittoreschi, che per anni con sprezzo del rischio e perizia marinaresca hanno condotto l'antiproibizionismo nella tempesta della War on drug. Il Primo ministro ceco ha pubblicamente riconosciuto il documento ed ha aperto il dibattito, così come è successo in Francia ad opera dei socialisti francesi, in America e molti paesi, dall'Australia al Brasile.

In Italia siamo sotto le forze di Giovanardi, schiacciati dalla vergogna per le violazioni che noi sappiamo si compiono ogni giorno ai danni dei diritti di cittadini che altra colpa non hanno se non di coltivare una personale preferenza privata. Siccome indignata lo sono già da troppi anni, ribelliamoci, con metodi nonviolenti, di disobbedienza civile di massa, dialogo e informazione, in questo caso ancora più opportuni perchè una delle armi del proibizionismo è appunto la violenza.


Rapporto della Global Commission / Raccomandazioni

1 Rompere il tabù. Promuovere un dibattito aperto e sostenere politiche che riducano effettivamente il consumo e che prevengano e limitino i danni relativi all'uso di droghe e alle politiche di controllo delle droghe. Aumentare l' investimento in ricerche e analisi sull'impatto dei differenti programmi e strategie.

Leaders politici e personaggi pubblici dovrebbero avere il coraggio di esprimere pubblicamente ciò che molti di loro ammettono in privato: cioè che l'evidenza dimostra ampiamente come le strategie repressive non risolvano il problema della droga, e che la Guerra alla droga non è stata, né può, essere vinta. I governi devono poter attuare un misto di politiche che siano appropriate alle loro situazioni, e gestire i problemi causati dal narcotraffico e dall' uso di droghe in modo da migliorarne l' impatto sia a livello dei crimini relativi che dei danni sociali e sanitari.

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