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Tabacco |
2 - Sostituire la criminalizzazione e la punizione di coloro che usano droghe con l'offerta di servizi sanitari e terapie per coloro che li desiderano.
Un' idea chiave dell'approccio "guerra alla droga" era che la minaccia di arresto e di una severa punizione avrebbe funzionato da deterrente ad usare droghe. In pratica, questa ipotesi si è dimostrata come errata - molti paesi, che hanno varato leggi severe hanno effettuato un gran numero arresti ed incarcerazioni di consumatori di droghe e piccoli trafficanti, hanno un numero più alto di consumatori e di problemi relativi rispetto ai paesi che hanno seguito un approccio più tollerante. In modo simile, i paesi che hanno introdotto una decriminalizzazione, o altre forme di diminuzione di arresti e di pene, non hanno visto aumentare il tasso dei consumatori né il numero di tossicodipendenti come si era paventato.
LE INIZIATIVE DI DECRIMINALIZZAZIONE NON HANNO PRODOTTO UN INCREMENTO SIGNIFICATIVO DEL CONSUMO DI DROGHE
Portogallo
Nel luglio del 2011, il Portogallo è diventato il primo paese europeo nella decriminalizzazione dell'uso e del possesso di tutte le droghe illecite. Molti osservatori furono critici rispetto a tale politica, convinti che ciò avrebbe portato ad un incremento del'uso di droghe e dei problemi associati. la Dottoressa Caitlin Hughes dell' Università di New South Wales e il Professor Alex Stevens dell' Università del Kent hanno condotto una dettagliata ricerca sugli effetti della decriminalizzazione in Portogallo. I loro risultati, recentemente pubblicati, hanno dimostrato che questo non era vero, riproponendo le conclusioni degli studi precedenti e di quelli dell' istituo CATO. Le conclusioni di Hughes e Stevens evidenziano un leggero incremento nei tassi totali di uso di droghe, in Portogallo, nei 10 anni seguenti alla depenalizzazione, ad un livello in linea con altri paesi simili dove l'uso di droga è rimasto criminalizzato. All'interno di questa tendenza generale, c'è stata una diminuzione specifica dell'uso di eroina, che nel 2001 costituiva la principale preoccupazione del governo portoghese. In definitiva, l' eliminazione delle sanzioni penali, combinata con l'uso di risposte terapeutiche alternative per le persone che lottano contro la dipendenza dalle droghe, ha ridotto il carico dell'applicazione delle leggi sulle droghe sul sistema della giustizia penale e il livello totale dell'uso problematico di droga.
Comparazione fra città olandesi e americane
Uno studio di Reinarman e altri ha messo a confronto i metodi di regolamentazione, molto diversi, di Amsterdam, nella quale la politica liberale dei "cannabis coffee" (una forma di decriminalizzazione di fatto) risale agli anni '70, e San Francisco, negli USA, che criminalizza i consumatori di cannabis. I ricercatori volevano studiare se i metodi di una politica più repressiva in San Francisco servivano a dissuadere i cittadini dal fumare cannabis o ritardava l'inizio dell'uso. Hanno rilevato che no, concludendo: "I nostri risultati non supportano l' affermazione che la criminalizzazione riduca l'uso di cannabis e che la depenalizzazione incrementi l'uso di cannabis ... con l'eccezione di un maggiore uso di droghe in San Francisco, abbiamo trovato forti somiglianze fra le due città. Non abbiamo riscontrato evidenze che supportino l'affermazione che la criminalizzazione riduca l'uso e che la decriminalizzazione lo incrementi.
Australia
Lo stato dell'Australia occidentale ha introdotto un sistema di decriminalizzazione dell' uso di cannabis nel 2004, e i ricercatori hanno valutato il suo impatto comparando le tendenze prevalenti in tale stato con quelle del resto del paese. Lo studio è stato complicato dal fatto di esser stato condotto in un periodo in cui l'uso di cannabis era in diminuzione nel paese. Ciononostante, i ricercatori hanno trovato che questa tendenza alla diminuzione era la stessa in Australia occidentale, che aveva sostituito le sanzioni penali per l'uso o il possesso di cannabis con sanzioni amministrative, come la consegna da parte della polizia di un avviso chiamato "avviso di contravvenzione". Gli autori affermano: "I dati sull'uso di cannabis in questa ricerca suggeriscono che, contro le previsioni di quei commentatori pubblici che hanno criticato il sistema, l'uso di cannabis in Australia occidentale ha continuato a scendere nonostante l'introduzione del Sistema di Avviso di Contravvenzione per Cannabis.
Comparazione tra differenti stati in USA
Per quanto il possesso di cannabis sia un reato contro le leggi federali degli Stati Uniti, gli stati invece perseguono politiche diverse sul possesso di droga. Nel rapporto della Commissione sulla Cannabis del 2008, convocata dalla Fondazione Berkley, gli autori hanno esaminato ricerche effettuate per confrontare la prevalenza di cannabis in quegli stati che avevano depenalizzato con quelli che avevano mantenuto sanzioni penali per il possesso. Queste le conclusioni: "Presi insieme, i quattro studi hanno indicato che gli stati che hanno introdotto le riforme non hanno sperimentato maggior incremento di uso di cannabis né fra gli adulti né fra gli adolescenti. Né gli studi dimostrano attitudini più favorevoli all'uso della cannabis in quegli stati rispetto a quelli che hanno mantenuto una stretta proibizione e sanzioni penali.
Alla luce di queste esperienze, è chiaro che la politica di criminalizzazione e sanzione dell'uso di droghe è stato un errore dispendioso, e che i governi dovrebbero fare dei passi per concentrare gli sforzi e le risorse per indirizzare i consumatori di droghe verso i servizi sanitari e di assistenza sociale. Certo, questo non necessariamente significa che le sanzioni debbano essere completamente eliminate - molti consumatori di droghe commettono anche altri delitti verso i quali devono assumere la responsabilità - ma la prima risposta al possesso e uso di droghe dovrebbe essere l'offerta di consulenza, trattamento e terapia a coloro che ne hanno necessità, prima ancora che punizioni penali costose e controproducenti.
3 - Incoraggiare i governi a sperimentare modelli di regolamentazione legale di droghe (per la cannabis, ad esempio) che siano disegnati per minare il potere della criminalità organizzata e salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini.
Il dibattito sui modelli alternativi di regolamentazione del mercato delle droghe è stato troppo spesso costretto in una falsa dicotomia, duri o morbidi, repressivi o liberali. In realtà, stiamo tutti cercando di raggiungere lo stesso obiettivo - una serie di politiche e programmi sulle droghe che minimizzino i danni sociali e sanitari, e massimizzino la sicurezza individuale e nazionale. E' inutile ignorare coloro che portano argomenti a favore di un mercato tassato e regolato per le droghe attualmente illegali. Questa è una opzione politica che deve essere esplorata con lo stesso rigore di qualunque altra.
Se i governi nazionali o le amministrazioni locali ritengono che le politiche di decriminalizzazione possano far risparmiare denaro e produrre effetti sanitari e sociali migliori per le loro comunità, o che la creazione di un mercato regolato possa ridurre il potere della criminalità organizzata e migliorare la sicurezza dei loro cittadini, allora la comunità internazionale dovrebbe appoggiare e facilitare questi esperimenti ed essere aperta ad apprendere dalla loro applicazione.
Nello stesso modo, le autorità nazionali e l'ONU devono rivedere la classificazione delle diverse sostanze. Le attuali classificazioni, concepite per rappresentare i rischi e i danni relativi alle varie droghe, furono stabilite 50 anni fa quando esistevano poche evidenze scientifiche sulle quali basare tali decisioni. Questo ha prodotto alcune ovvie anomalie, in particolare la canapa e la foglia di coca appaiono oggi classificate in modo non corretto e questo deve essere affrontato.
DISCREPANZE FRA IL LIVELLO DI REPRESSIONE E IL LIVELLO DI DANNO
In un rapporto pubblicato da LANCET nel 2007, un gruppo di scienziati ha cercato di ordinare una serie di droghe psicoattive secondo i danni concreti e potenziali che potrebbero causare alla società. Il grafico a destra (qui sotto, n.d.t.), sintetizza i suoi risultati ed li confronta con la severità con la quale le droghe sono trattate dal sistema mondiale di sanzione delle droghe. Per quanto siano misure semplificate, mostrano chiaramente come le categorie di gravità attribuite alle varie sostanze nei trattati internazionali necessitino di essere riviste alla luce delle attuali conoscenze scientifiche.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO SECONDO ESPERTI INDIPENDENTI (DA 0 A 3)
VALUTAZIONE ONU DI SANZIONE (MOLTO PERICOLOSA, RISCHIO MODERATO, BASSO RISCHIO, NON SOGGETTA A CONTROLLO INTERNAZIONALE)
Eroina 2,5/3 - molto pericolosa
Cocaina 2/2,5 - molto pericolosa
Barbiturici 2/2,5 - basso rischio
Alcol 1,5/2 - non soggetto a controllo internazionale
Ketamina 1,5/2 - non soggetta a controllo internazionale
Benzodiazepine 1,5/2 - molto pericolose
Anfetamina 1,5/2 - basso rischio
Tabacco 1,5/2 - non soggetto a controllo internazionale
Buprenorfina 1,5/2 - basso rischio
Cannabis 1/1,5 - molto pericolosa
Solventi 1/1,5 - non soggetti a controllo internazionale
LSD 1/1,5 - molto pericoloso
Ritalina 1/1,5 non soggetta a controllo internazionale
Steroidi anabolizzanti 1/1,5 - non soggetti a controllo internazionale
GHB 1/1,5 - molto pericoloso
Estasi 1/1,5 - molto pericolosa
Khat 0,5/1 - non soggetto a controllo internazionale